Mentre la FIA e le tre squadre impegnate nel mondiale guardano al futuro del WRC, per dettare il calendario della transizione ibrida, c’è chi come PSA che spinge sull’acceleratore del cambiamento e vorrebbe il passaggio all’Hybrid anche delle Rally2, in questo caso però una formula tecnica sbagliata potrebbe fare precipitare tutto il castello.
Anche se oramai da parecchi mesi sul tema rally2 Hybrid sembra essere sceso il silenzio, in realtà le spinte da parte di alcuni costruttori per portare la transizione ibrida sono sempre più forti. Il fatto che queste pressioni siano rimaste abbastanza celate probabilmente è per evitare di andare allo scontro con il coro dei fans e degli appassionati, da un anno a questa parte apertamente in dissenso con le rally1. Il reparto sportivo di mamma Peugeot e Citroen, che negli ultimi anni della decade appena passata aveva spinto tantissimo per l’introduzione dell’ibrido sulle WRC +, ha lasciato il mondiale quando la transizione cominciava ad essere nell’aria. In molti sono attualmente alla finestra, ma in particolare M-Sport che più che una rally2 evoluta continua a metterci delle pezze su un auto probabilmente più vicina alla vecchia R5, sembra attendere con impazienza l’ingresso dell’ibrido nella categoria cadetta. Chi per adesso sembra avere scommesso su un prolungamento delle motorizzazioni tradizionali sono Hyundai che con la i20 N Rally2 ha debuttato l’anno passato e Skoda che ha la nuova Fabia RS Rally2 in rampa di lancio. Il ventilato passaggio ad una motorizzazione ibrida nella categoria cadetta, a differenza della categoria regina che volenti o nolenti deve essere lo specchio del futuro, è un passo che con un regolamento sbagliato rischia di azzerare la classe prestazionalmente e numericamente più importante del pianeta rally. Se come nel caso della R1 nazionale di Suzuki Italia, la Swift Sport Hybrid si tratterà di concedere la libertà a una casa di utilizzare, con i vincoli che si riterranno più opportuni, l’utilizzo di una motorizzazione sportiva di un modello di serie sportivo, la direzione è quella giusta nel rispetto del principio di transizione. Ma se invece come per la classe regina qualcuno pensa di andare incontro ad una componente unica, il rischio di fare crollare tutto è altissimo. In primis per una questione di costi, la sola componente ibrida sulle rally1 da sola si inghiottita tutti i tagli tecnici imposti per abbassare i costi delle vetture. Ma soprattutto rischierebbe di creare sempre più distacco tra i reparti corsa (e clienti) di un costruttore e la casa stessa. In questo momento non è ben chiaro chi spinge dove voglia arrivare, ma il rischio è davvero alto e forse è per questo che la nuova presidenza sembra non scalpitare per dare una sterzata.