LE MAGIE DI LORIAUX

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Ieri tra teatrini e qualche veleno Hyundai ha celebrato la sua prima tripletta WRC, monopolizzando il podio finale con Neuville, Tanak e Sordo, oltre a festeggiare il suo quarto successo stagionale, che va ad eguagliare i quattro successi scratch del 2019 e del 2017. Un risultato finalizzato dai piloti ma frutto del genio di Christian Loriaux.

La missione Alzenau per Hyundai era iniziata nel 2013 con un enorme capannone vuoto, dove Nandan una persona alla volta ha messo insieme una squadra, ed una nuova vettura per tentare la scalata al WRC. Da allora di successi ne sono arrivati tanti, compresi due mondiali costruttori nel 2019 e 2020 quando sul ponte di comando ci era salito Andrea Adamo. In questi anni però è mancato il genio, o meglio la visione di un ingegnere in grado di progettare una macchina sua in grado di avere qualcosa in più. In venti, trent’anni nei rally sono cambiate molte cose; i regolamenti sono diventati sempre più ingabbiati, ed un’capo progettista oggi deve riuscire a fondere nella vettura il suo lavoro e quello dei vari comparti: dalla motoristica all’aerodinamica, che negli anni hanno richiesto sempre maggiore professionalità specifica. E’ quindi necessaria una visione d’insieme e sapere trovare l’equilibrio per avere la vettura con le caratteristiche desiderate; la differenza tra assemblare una vettura con l’ausilio dei calcoli e progettarla mixando calcoli, esperienza e intuizione. Non a caso appena Loriaux è sbarcato ad Alzenau ha cestinato il primo progetto, obbiettivo modellare una vettura con un concetto chiaro da fare crescere, e non da correggere strada facendo. Questo è significato mettere le ruote per terra a metà dicembre, era quindi inevitabile che la prima parte di stagione sarebbe stata una sorta di stagione test. Ma il potenziale prestazionale della vettura si è intravisto già al Montecarlo, e da quella gara è continuata a crescere, inevitabili o quasi i problemi di affidabilità, a differenza del passato però raramente si sono ripetuti. Visti e corretti, da una gara all’altra. In pizzico di ritardo sulla tabella di marcia nei confronti di Toyota forse c’è ancora, d’altronde partendo con sei mesi di ritardo pensare di essere già davanti sarebbe troppo presuntuoso. La ricetta è una macchina perfettamente bilanciata suoi nuovi equilibri rally1, meno carico aerodinamico con pesi e baricentro più alti, che è riuscita a dare feeling a due piloti fortissimi, ma con un colpo di volante molto differente e pure in queste ultime gare sono riusciti a volare tutti e due. Un punto di forza in più su una Toyota velocissima e affidabile, ma di più difficile interpretazione visto che ad oggi solo Kalle è riuscito a volare, mentre gli altri sono andati forte e basta.

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