L’international rally cup in questi mesi è rimasta al palo in attesa del round finale sulle strade del Bassano a calendario alla fine ottobre, un buco importante che inevitabilmente allenta l’interesse mediatico, ma al tempo stesso è diventato un interessantissimo termometro della situazione dei rally made in Italy.
Il valore che la serie privata capitanata da Loriano Norcini è indiscutibile, ed in questi anni è stato capace di attrarre nomi sempre più importanti, ma soprattutto riuscire a mettere assieme un numero di iscritti alla serie superiore al centinaio. Un record dalle proporzioni invidiabili anche fuori dai confini italici, ottenuto con un iscrizione importante e comunque in linea con quella della massima serie federale. Lasciandoci alle spalle questa prefazione che riteniamo debita, non tanto per un confronto con gli altri campionati, quanto per dare il quadro di una serie che nulla ha da invidiare alle altre realtà federali e private. L’elemento centrale emerso in questo lungo periodo di pausa dell’IRCup, estremamente interessante ed indicativo nella valutazione della situazione nazionale arriva da un analisi spicciola della top venti di questa serie. Cominciamo dai primi cinque Bostjan Avbelj, Luca Rossetti, Nicola Sartor, Andrea Nucita e Alberto Roveta nomi conosciutissimi che sarebbero protagonisti in qualsiasi altra serie. Ad eccezione del siciliano trapiantato nell’profondo nord tutti gli altri hanno disputato solamente le tre gare della serie Maremma, Taro e Casentino. Se scorriamo la top ten a questi nomi doppiamo andare ad aggiungere Simone Goldone, ed abbiamo la metà tra i primi dieci che ha disputato solo le tre gare della serie. Una situazione che dice moltissimo sulla attuale stato di salute del nostro movimento, vedere la metà dei piloti non disputare nemmeno una gara di allenamento o preparazione in un campionato così concentrato, descrive perfettamente lo stato generale dei budget. Una situazione che si ripete pari pari nella top venti, con la metà dei piloti che hanno disputato solamente le gare del campionato. Gli altri nella maggior parte dei casi si sono limitati a sparute apparizioni nelle gare di casa, oppure qualche gara minore per preparare uno o più appuntamenti IRCup, se vogliamo questa è la normalità. La vera anomalia è la prima metà, termometro di una situazione che non può essere ignorata, soprattutto dai vertici federali che dovranno guardare al futuro immediato restando con i piedi ben fissi per terra. Mediando tra dei budget che rischiano di essere ancora più tirati e le esigenze geo-politiche delle sue serie.