IL RE DELLA PIOGGIA

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Nelle gare precedenti la pioggia aveva sempre giocato per Rovanpera, vuoi per l’ordine di partenza, temporali improvvisi o strade che asciugano appena passata la pioggia, questa volta non ci sono stati squilibri importanti e davanti lo spettacolo è stato stellare. Un podio con tre campioni del mondo parla da solo, ma sull’acqua Kalle ha confermato di evere qualcosa in più.

In più di una occasione la pioggia quest’anno ha dato una mano a Rovanpera, lui dal suo canto aveva dimostrato di saperci fare sia sull’asfalto bagnato che sulla terra quando diventa fango, il più bravo a sfruttare al massimo la trazione della sua Yaris Rally1. La nuova Zelanda con due giornate e mezza di pioggia grazie a un fondo duro e compatto è riuscita a livellare gli squilibri che si generano con l’ordine di partenza. Ed il risultato è stato una sorta di sfida galattica tra Rovanpera, Ogier e Tanak, niente fango ma una patina scivolosa dove Kalle ha dimostrato di avere più feeling dei suoi diretti avversari. Una guida lontana da traversi impossibili, oppure numeri di grande funambolismo ma estremamente consistente grazie ad una sensibilità incredibile nel leggere il grip e dare trazione alle ruote della sua Yaris. Quando la trazione viene meno e propone continui cambi di aderenza Kalle dimostra di essere imbattibile, questa volta Ogier e Tanak non hanno dovuto pagare dazio per la posizione sulla strada, oppure per concause irripetibili. Ma fino a metà gara quando i tre sono rimasti incollati si vedeva che facevano una fatica della malora per stare attaccati al finlandese, ed appena hanno perso quella manciata di secondi che gli ha fatto capire che non sarebbero riusciti a riprenderlo, appena hanno mollato quel qualcosina hanno subito visto il loro distacco allungarsi. La perfetta cartina tornasole del livello espresso in questa gara è stata la power, dove Hyundai ha chiesto il massimo dai suoi piloti per cercare di portare via punti al loro avversario (se possibile); su una speciale assolutamente fradicia, dove poco conta non avere battuto Rovanpera, trovare i primi cinque in un fazzoletto di 3”.9 da un idea dei reali valori in campo. Sette chilometri scarsi, poco meno della metà rispetto ai quindici della power di Tartu dove Kalle aveva lasciato il primo degli inseguitori a 22”. Un evidente distorsione dovuta all’accumularsi di anomale circostanze, che però allora in troppi hanno voluto spacciare per realtà.

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