Scomparsa l’illusione dell’Irlanda del Nord, dove la stampa made in UK assieme al promotore hanno spinto a mille, oggi lo stesso promotore accompagnato dalla stampa tedesca ha ricominciato a lanciare la suggestione tre nazioni, Germania, Austria e Repubblica Ceca, ma l’impressione è la stessa di allora sperare di mettere assieme un budget che non c’è.
La scorsa settimana abbiamo affrontato lo scottante argomento calendari WRC, con la prima bozza per il 2023 dove le reali novità anticipate erano l’esclusione del Catalunya, che dovrebbe andare a coprire un fantomatico ruolo di riserva. Oltre all’uscita del Nuova Zelanda confermato da Auckland prima che la gara prendesse il via. Qualche voce sul tre nazioni era tornata a girare da qualche tempo, lanciata per la prima volta qualche anno fa è subito caduta nel dimenticatoio dei mille pretendenti al WRC, secondo il vangelo del promotore. Il primo ritorno di fiamma è stato in piena estate quando a Monaco erano alla disperata ricerca di una gara per riempire l’ultimo slot dell’ERC. Un opzione che poteva essere assolutamente credibile perché il progetto corrispondeva esattamente al 3 Stadte, una gara con un profilo chilometrico di circa centosettanta chilometri, perfetta nella sua collocazione di ottobre, la cui data poteva essere aggiustata con quella del Catalunya. Il progetto però è morto con la stessa velocità con la quale era risorto, perché non si è trovato il becco di un quattrino. E siamo abbastanza sicuri nel dire che visto l’interesse del promotore, quella era una delle gare con maggior margine di trattativa, anche perché l’ERC sarebbe stato il trampolino di lancio ideale per entrare di slancio nel WRC. Che a meno di due mesi si sia passati da zero budget a quello per un gara WRC è davvero poco credibile. L’impressione è quella di essere di fronte ad una riedizione della commedia andata in scena con l’Irlanda e lo slot rally GB, messo a calendario, e superata la ratifica del consiglio di dicembre (per due anni consecutivi), senza un edizione zero e nemmeno i budget necessari. Ma con un chiaro e tacito accordo tra chi proponeva la gara e il promotore nella speranza di forzare la mano ai governi locali per avere i budget. Lecito forse, sicuramente border-line, eticamente inammissibile per il promotore di un campionato mondiale, al quale la FIA di Todt aveva demandato completa autonomia nella stesura dei calendari. Spogliandosi di una mansione fondamentale per una federazione, la gestione geo politica dei massimi calendari. Anche perché quanto è successo con l’Irlanda in questi anni, sono forzature e giochi di potere, che hanno fatto emergere interessi squisitamente privati inammissibili per una federazione internazionale. Poco conta se portati avanti da un soggetto terzo come il promotore, che in punta di diritto non potrebbe nemmeno essere delegato a stilare il calendario come invece hanno fatto Ciesla e Todt.