Dal consiglio mondiale del motorsport che si è tenuto a Londra mercoledì le decisioni riguardanti i rally si sono limitate al solo cost cap sulle vetture della piramide FIA; un adeguamento all’inflazione che sta facendo lievitare i costi della componentistica.
C’era una volta la scala mobile, uno strumento economico in tema di politica dei salari per indicizzare automaticamente gli stipendi in funzione agli aumenti dei prezzi di alcune merci, al fine di contrastare la diminuzione del potere d’acquisto dovuto all’aumento del costo della vita. Uno strumento dell’economia che in questi anni di i bassi tassi inflattivi (non sempre reali) è praticamente sparito. La FIA che in formula 1 ha fissato un Price Cap ai budget delle squadre, nei rally oramai da anni ha fissato un cost cap sul costo delle vetture della piramide prestazionale. Un tetto massimo di spesa introdotto per tenere sotto controllo e calmierare i costi di progettazione, costruzione e sviluppo delle vetture conformi ai regolamento tecnici Rally2, Rally3, Rally4 e Rally5. E’ quindi stato deciso di dare una risposta al continuo aumento dei prezzi dei componenti omologati, seguendo una formula di indicizzazione dei prezzi, la stessa recentemente concordata per la Formula 1. Una sorta di rivalutazione per restare aderenti al mercato, e mantenere allineati i produttori partecipanti nelle diverse classi. Si è inoltre convenuto di prendere in considerazione ulteriori modifiche se i prezzi dovessero aumentare nuovamente in futuro. Un ultima frase che cela in se due vie: adeguare il cost cap ai nuovi prezzi, oppure puntare su scelte tecniche differenti, meno costose. Soluzione che comporterebbe un passo indietro rendendo le vetture attuali obsolete perché, più performanti.