In questi giorni su tutti i media internazionali si è cercato di fare i raggi X alle formazioni di Hyundai e Toyota per il 2023, ma in pochi hanno analizzato la scelta di Tanak dove la logica è stata travolta dall’emozionalità portandolo in una posizione a perdere, poco o tanto ma sempre perdente.
Tra i commenti dei media, addetti ai lavori e quelli più svariati fans, il divorzio di Tanak ha scatenato un vero pandemonio, ed i pareri su chi oggi sia più forte tra Hyundai e Toyota, fa sorridere perché nessuno si è chiesto cosa potrà raccogliere Tanak nel 2023, sempre ritorni al volante di una vettura ufficiale o semiufficiale. Nel suo divorzio con la Toyota l’ambiente con Makinen non era certo idilliaco, e dopo essere stato scippato del successo in Sardegna per il cedimento dello sterzo sulla power stage dell’Argentiera, tutto è precipitato, e si è arrivati ad una separazione abbastanza scomposta. In Hyundai dopo due anni di magra, quando finalmente le cose sono cominciate a girare i suoi rapporti si sono deteriorati, con una rapidità impressionante. Da una parte c’era una squadra che nonostante i tanti schiaffoni ricevuti dall’Estone (Moncet in particolare), ha cercato comunque di trattenerlo. Ed anche nella lotta con Neuville per approfittare del vuoto di potere creato da un ruolo di team manager ancora vacante, il Belga non ha mai preteso di metterlo in disparte, anzi è stato il contrario. Ed a proposito del team order richiesto pubblicamente, conoscendo le parti in causa probabilmente è stato invocato quando il pensiero di lasciare Alzenau era molto più di un idea. Obbiettivo provocare e seminare malcontento, al titolo non ci credeva nessuno, lui compreso. Alla fine il divorzio è arrivato, ed a quanto pare ottenuto in punta di diritto in base all’interpretazione di una clausola. In ballo ci sono anche i problemi famigliari, ma a questo proposito Hyundai si è dimostrata comprensiva e pur di non vederlo andare via gli ha proposto un programma part-time. In queste settimane tantissime sono state le speculazioni sul suo nome, molte senza alcun fondamento, ed è veramente difficile comprendere se Ott guardi ad una stagione al palo oppure speri in un programma quantomeno part-time (semi ufficiale) nel WRC. Nel secondo caso l’unica opportunità sul mercato è la Puma, privata o ufficiale che sia, in entrambi i casi stiamo parlando di vetture targate M-Sport dove i budget non permettono (per ammissione degli stessi uomini di Cockermouth) quell’evoluzione continua per permettere a un top driver di battersi alla pari con la concorrenza. Comunque anche nel caso di un anno di fermo per dedicarsi alla famiglia, avere strappato con Alzenau è stata una reazione impulsiva e scomposta, perché il prezzo più salato lo pagherà proprio l’Estone.