IL PROMOTER VUOLE LE RALLY2 IBRIDE

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Qualcuno da Monaco di Baviera ha archiviato il capitolo della prima stagione ibrida come un successo, ed ha pensato bene di gettare una pietra nello stagno delle case costruttrici avanzando un secondo step per un WRC2 con vetture ibride. Una vera invasione di campo nella zona tecnica della FIA, che potrebbe rivelarsi un autentico disastro.

Spesso abbiamo affrontato il tema di un promotore troppo incline ad allargarsi, dimenticando di un avere un campo di azione limitato alla promozione. Oggi invece le sue incursioni sulle regole sportive sono diventate una prassi, ma tollerare invasioni di campo anche sul dominio tecnico è davvero troppo. Proposte buttate in campo sull’onda di emozioni o presunte ragioni di immagine legate esclusivamente al WRC, senza considerare l’intero pianeta rally a 360°, può provocare danni irreparabili. Ed a quanto pare qualcuno tra le fila del WRC Promoter ha paventato ai costruttori l’importanza di arrivare ad avere presto un WRC2 ibrido. Probabilmente si tratta di una semplice provocazione, per scuotere case e federazione che hanno lasciato al palo il progetto delle rally2 Hybrid; ma da questa traspare una visione del mondo dei rally con il paraocchi. Senza una minima valutazione sull’impatto di buttare nella mischia l’ibrido sulle rally2 scopiazzando un regolamento disastroso come quello delle rally1. Oggi nel mondiale le rally2, tra il WRC2 e quelle non iscritte alla serie, rappresentano più del 50% degli iscritti, mentre nei campionati continentali e nazionali sono circa un terzo del parco partenti, per cui è impensabile per il WRC pensare a un cambiamento radicale anche nel giro di un paio di stagioni. Sarebbe come mettere una pietra tombale su una classe con un buon equilibrio costi prestazioni, visto che sulle rally1 ogni limitazione per risparmiare è stata fagocitata dai costi di un kit obsoleto, ed inutile visto che in elettrico non si va molto più in la del service park. Il cui costo supera quello di una rally2. Il passaggio all’ibrido o altre soluzioni, carburanti green, elettrico, idrogeno, ecc.., da una parte è un passo inevitabile, ma a livello regolamentare deve essere graduale ed affidato ai sistemi sviluppati dai singoli costruttori. Il rischio è una bomba atomica sui costi in grado di radere al suolo le rally2; con tutti i suoi limiti a lavorare su questa transizione deve essere esclusivamente il reparto tecnico della FIA. Sicuramente non può essere il promotore a metterci il naso e a spingere in questa o quella direzione, anche perché il lavoro sulla promozione non manca. A cominciare dal tirarsi fuori dall’angolo dello streaming e sbarcare i televisione e nelle pagine sportive dei TG.

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