Il weekend appena trascorso ci ha regalato un Rallye Hivernal du Devoluy dai grandi numeri. Centotrenta i chilometri percorsi, suddivisi in due giornate di gara, che fanno della gara transalpina, un classico in vista del Monte – Carlo. Una gara vera, che ha visto diversi equipaggi italiani al via, dai quali sono arrivati i migliori apprezzamenti.
Del fine settimana appena trascorso, ci portiamo dietro il grande ritorno di immagine che il “Devoluy” si è portato con sé. Il merito va in gran parte ad importanti nomi di spicco che ogni anno questa gara è in grado di richiamare, ponendosi come l’ultimo step antecedente alla classica del Principato. Per la seconda volta a scrivere il nome sull’albo d’oro è stato Nikolay Gryazin, sulla nuovissima Skoda Fabia Rally2 gestita da Toksport, bravo a mettere in pratica tutto il lavoro svolto dal team satellite di Skoda proprio sulle strade delle alpi francesi. Più sfortunato è stato il suo vero antagonista per tutta la gara, Pierre – Louis Loubet, il quale nonostante il ritiro ha avuto modo di affinare il rapporto con il suo nuovo navigatore, Nicolas Gilsoul.
Dietro al clamore creato da questi due “top” driver, tuttavia, si è respirata ancora una volta un’aria di festa e di passione. Un binomio accomunato da una gara vera, con sei prove speciali di oltre dieci chilometri di lunghezza, e quattro di poco sotto, racchiuse in pochi chilometri l’una dall’altra. Un lavoro importante quello svolto dai ragazzi del DRT, apprezzato dai numerosi equipaggi giunti alla Joue du Loup. Diversi gli equipaggi italiani che si sono battuti su e giù per le Hautes Alpes, sinonimo dell’apprezzamento che la gara ha raggiunto anche dalle nostre parti.
Ghiaccio, neve, asciutto e secco. Un mix di condizioni particolari che accontentano tutti, da chi utilizza questo rally come test, a chi ci partecipa per il puro e semplice divertimento. Bello sarebbe vederlo proposto nelle nostre Alpi, del resto le strade non ci mancherebbero. Altresì potrebbe essere un ottimo veicolo di promozione per il territorio, accostandolo ed eventualmente anticipandolo alla stagione sciistica. Ebbene sì, perché se è vero che l’erba del vicino è sempre più verde, oggi della nostra sembra quasi non esserci traccia.