DUE MINUTI DI VERGOGNA

0

Parecchi sono gli aggiustamenti regolamentari per il WRC 2023, sino ad oggi a fare discutere è stata la riduzione dei giorni di test, ma quelle poche righe che vanno a modificare la penalità nel caso di stop causato da un malfunzionamento del sistema ibrido sono l’esaltazione dell’ottusità di un sistema che ci ha messo un anno a correggere i propri errori.

In questi anni nel nome della televisione, e delle richieste del promotore, sono state apportate modifiche strutturali e regolamentari alle gare del WRC, anche in corso d’opera. D’altronde quando si evidenzia una falla, oppure la possibilità di migliorare alcuni dettagli, cercare di correggere il più rapidamente possibile è cosa buona e giusta, soprattutto quando gli effetti possono risultare imbarazzanti. Eppure i guasti del kit ibrido, sistema comune a tutte le squadre (imposto da regolamento), nel caso di un suo malfunzionamento interno segnalato tramite la luce di emergenza è stato accumunato per un intero anno a un normale guasto causa di ritiro. Accomunandolo a livello penalità a quella del super rally, ovvero dieci minuti a speciale non disputata. Nel nuovo regolamento se la vettura viene congelata perché si accende la luce di emergenza, senza evidenti danni da contatto, i minuti di penalità sono ridotti a due ogni speciale persa. Decisione che arriva a dieci mesi dallo stop di Tanak in Svezia, una sorta di ammissione di colpa, tra l’altro solamente parziale. Un provvedimento che abbiamo aspettato così a lungo per il timore scoppiasse un polverone perché sarebbe stato garantito un trattamento di favore ad altre squadre e piloti nei confronti di Tanak ad Umea. Quando la sua Hyundai è stata messa in quarantena Ott è passato dalla seconda piazza assoluta a 1’.1 dal leader provvisorio Evans alla trentaquattresima piazza a venti minuti dalla leadership. Con tutti i problemi, e dubbi sul funzionamento del kit ibrido quella regola non doveva nemmeno esserci e comunque andava cancellata appena si è verificato il problema. Invece Fia e Compact Dynamics hanno preferito falsare un risultato sportivo, pur di non ammettere le falle e i malfunzionamenti di un kit imposto come componente comune. Sono comunque un assurdo anche due minuti, ed a Umea avrebbero cambiato molto poco, passare da un braccio di ferro per la leadership sul filo dei decimi, ad una sesta oppure a una quinta piazza a minutate dalla testa, nella migliore delle ipotesi gli avrebbe garantito otto o dieci punti iridati. A distanza di quasi dodici mesi la drastica riduzione della pena è una chiara ammissione di avere sbagliato, ed in virtù di questa è davvero difficile capire la perseveranza nel dare una penalità sia pure ridotta. Ma è ancora più incomprensibile il silenzio delle squadre, visto che si tratta di un componente comune imposto dal regolamento sul quale non si può intervenire.

Share.