HYBRID AD USO INTERNO

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La prima stagione del WRC in versione ibrida è stato un fallimento su tutta la linea, il sistema fortunatamente ha evidenziato delle criticità solamente in Svezia, ma si è rivelato obsoleto sotto ogni profilo, ed in fatto di sostenibilità la favola è stata ad esclusivo uso interno, visto che in elettrico le Rally1 non sono riuscite ad attraversare i centri urbani, ma solamente il service park.

Quando Todt ha iniziato il suo braccio di ferro per l’introduzione dell’ibrido, lo ha fatto in un mondo dei rally oramai distante anni luce dalla figura, ricoperta nel secolo scorso, di banco prova del prodotto. Così l’ibrido non solo si è presentato in ritardo, ma lo ha fatto con un kit obsoleto e costosissimo, e non è stato in grado di assolvere a quel ruolo di facciata alla base della sua introduzione. Quello della transizione ecologica e della decarbonizzazione. Oggi la WRC Promoter si bea dell’introduzione dell’ibrido e lo fa anche una parte della federazione ancora legata al passato, ma si tratta di un racconto ad esclusivo uso interno, tanto per cercare di auto convincersi di essere nel giusto. Ma quello che sarebbe servito per presentarsi al mondo reale non è certo la sigla hybrid, ma doveva essere un sistema ibrido vero, in grado di fare qualcosa in più dei service park e qualche centinaia di metri qua e là in silenzioso. Raggiungere il centro di Montecarlo, oppure di Auckland in elettrico quella sarebbe stata cosa in grado di farsi notare da tutti, e magari riaprire delle porte che contano, costruttori ed enti obbligati a guardare alla mobilità sostenibile. Invece si è optato per avere un ibrido di prima generazione, un ottimizzatore delle prestazioni del motore, in grado di garantire il massimo della spinta solamente in partenza, oltre a qualche breve secondo di potenza addizionale. Se vogliamo una sfida ingegneristica priva di interesse per i costruttori e per l’impatto ambientale (quello in grado di coinvolgere economicamente la territorialità), che buona parte degli appassionati non ha digerito, spesso confondendo ibrido con full elettrico. Tornare indietro oggi non è impossibile, è semplicemente impensabile, considerato che siamo in ritardo sul ritardo. Ma prima di pensare a brusche accelerazioni in avanti come il full elettrico, sarebbe il caso di dare alle attuali rally1 dei chilometri veri di trasferimento in silenzioso e magari riuscire a tornare a delle partenze o arrivi importanti nel centro delle grandi città. 

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