L’aumento delle tasse di iscrizione per le gare non titolate non ha poi selezionato così tanto il calendario tricolore, appena una decina di appuntamenti in meno rispetto al 2022, e per la prossima stagione a piangere non sarà sicuramente la cassa, ma un calendario sempre più povero di gare entry level (ronde e rally day).
Qualche settimana addietro abbiamo messo l’accento sulle tasse di iscrizione delle gare a campionato, in maniera particolare su quelle minori e non titolate, dove i costi sono raddoppiati e con alcuni balzelli (vedi nuove iscrizioni), anche più del doppio. L’obbiettivo nemmeno tanto velato è quello di dare una sfoltita ai calendari, ma andando ad agire solamente sulla tassa di iscrizione senza una vera politica alle spalle era facile creare distorsioni. Ed è quello che emerge dal calendario rally 2023, la riduzione delle gare è stata minima, una decina o poco più, e la cassa non ha pianto anzi, da quel punto di vista l’equazione ha funzionato perfettamente. La mancanza di una politica in grado di dare un indirizzo però comincia a vedersi, ed a dare forfait continuano ad essere le gare più piccoline Rally Day e Ronde due varianti short dei rally che si contano sulla punta delle dita di una mano. Mentre continuano a tenere botta i rally nazionali senza validità, così se da una parte abbiamo un campionato tricolore nuovamente accorciato, dall’altra abbiamo sempre meno gare entry level. In pratica abbiamo qualche gara in meno ma un offerta sempre più simile, schiacciata su una media dai cinquantacinque ai sessantacinque chilometri a gara. Paradossalmente oggi sono molte di più le gare che si avvicinano ai cento chilometri, il massimo consentito a CIAR, CIRA, CIRT e Internazionali, rispetto alle gare inferiori ai cinquanta chilometri. Un evidente squilibrio in parte indotto dal mercato dei noleggi, ma dall’altra però c’è una mancanza di politica a medio e lungo termine, incapace di guardare al futuro della disciplina a 360°. La speranza è che in questi lunghi mesi che ci separano dalla stesura delle nuove regole si cominci a pensare seriamente ad una politica per il futuro, anche perché dal braccio di ferro dei serbatoi la base rischia di perdere molte vetture e piloti.