LA DAKAR DELLE POLEMICHE

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Alla fine della prima bouclé di Ha’il la FIA ed ASO hanno deciso di concedere 8 Kw in più (11 Cv) alle motorizzazioni elettriche, scatenando la reazione del leader della gara Nasser Al Attiyah che senza mezzi termini ha accusato l’organizzazione di avere ucciso la gara, una reazione forse esagerata ma in linea con le contestazioni di Sainz prima del via per il peso.

Il rischio vedere la Dakar finire in rissa è una eventualità non così remota, prima della partenza Sainz oramai da mesi andava lamentandosi di quel centinaio di chilogrammi in più delle T1.U rispetto alle T1+; reclamando una maggiore cavalleria. Polemiche alle quali lo Spagnolo non è assolutamente nuovo, viste le grandi critiche a un road book consegnato prima del via, che in più di un occasione ha proposto dei passaggi di navigazione complicati, costati cari proprio a Sainz. Il cambio di potenza è stato deciso nel rispetto del regolamento particolare del cross country, ispirato all’equilibrio delle prestazioni EoT, una decisione presa valutando i dati a disposizione di FIA e ASO nelle prime quattro tappe. La reazione di Nasser e Baumel è stata pepatissima, il leader provvisorio della Dakar ha accusato l’organizzazione di avere ucciso la gara, per non dire decisa a tavolino, se vogliamo in continuità con quanto aveva fatto Carlos prima, cercando di tirare per la giacchetta il legislatore. Difficile stabilire oggi se quella decina di cavalli potrebbe realmente ribaltare gli equilibri, in una gara dove le componenti navigazione e il sapere correre sul passo (soprattutto sulle piste pietrose), prevalgono sulla performance. Onostamente ci sembra un po’ poco per cambiare le carte in tavola, a meno che sulla sabbia riescano a dare un aiuto nel fare galleggiare la vettura. Di sicuro la Dakar non è solamente performance, ma c’è anche tanto pepe.

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