Ieri pomeriggio sulla fine della speciale più lunga prima Lappi e poi Breen hanno visto uno degli pneumatici anteriori delaminare, e nella prova seguente è toccato a Tanak, abbastanza per mettere pressione agli uomini della Pirelli, ma a quanto pare le ragioni qualcuno la conosceva bene, ed appena dalle tende italiane è arrivata la risposta la pressione è subito diminuita come sugli pneumatici in prova speciale.
La prima a chiedere risposte è stata la Hyundai, due pneumatici delaminati alla fine della lunga sull’asse anteriore di Lappi e poi di Breen è qualcosa di assolutamente anomalo, ma ancora di più lo è stato vedere delaminare live l’anteriore sinistra (da cosa è trapelato appena montata) sulla Puma di Tanak, alla fine di una speciale di diciassette chilometri. E le dichiarazioni di Tanak sono state un macigno “per sapere cosa è successo chiedete a Pirelli”. Vedere i battistrada staccarsi di un colpo è qualcosa di molto raro, indice di anomalie nella maniera di lavorare. Ma ancora prima uscisse la risposta ufficiale del mono fornitore del WRC, dietro le quinte si è cominciato a parlare di pressioni troppo basse, per dare maggiore mordente alla gomma, ed anche se a denti stretti per qualcuno si è parlato di 1.2 bar di pressione. Valori molto bassi, da Trophee Andros dove il grip è fondamentale, molto meno la durata (s si corre su fondi generalmente piatti). Un nome che non è stato fatto, ma per avere una risposta bastava andare a vedere gli intermedi, sulla Savar (p.s. 14) nel primo passaggio i primi sette erano racchiusi in un fazzoletto a fine prova di 4”.1; nella replica al terzo e ultimo split Tanak mollava 7”.1 a Neuville secondo, mentre Evans sesto di secondi ne pagava 12”. Nel caso di Lappi e Breen sulla prova tredici il vantaggio non era così smaccato, ma all’ultimo split erano davanti sia Craig che Esapekka. Sul comunicato Pirelli si parla di pressioni basse mai viste sino ad oggi, ma il giochino non è assolutamente nuovo e probabilmente è iniziato già il mattino. Facile immaginare che in una gara tiratissima, nella replica pomeridiana qualcuno non ha fatto i conti con un fondo scavato, ricco colpi, buche, pietre e pezzi di terra ghiacciati, un elemento che ha decisamente elevato il carico di stress degli pneumatici, e quindi se si era scesa la pressione il mattino per salvare le gomme bisognava aumentare di qualche decimo. Mentre qualcuno alla ricerca del K.O. potrebbe addirittura avere abbassato ancora. Ovviamente nulla di illecito, uno dei tanti jolly che si possono giocare per andare a prendersi il successo, basta essere consci che ci si spinge in una zona sconosciuta, e si moltiplicano i rischi; soprattutto oggi che con un solo tipo di gomma nei test limitati all’osso, sugli pneumatici si testa il minimo sindacale, figuriamoci la durata giocando con le pressioni.