2 vittorie allo Sweden rappresentano un numero lontano anche dai più recenti record di vittorie del nuovo millennio, dai 5 successi Gronholm, ai 4 di Latvala, questo senza andare a scomodare il re di Svezia Stig Blomqvist. Ma Tanak sul ghiaccio del WRC è riuscito a firmare 3 gare con 3 vetture diverse, ma soprattutto su 3 percorsi differenti Torsby, Rovaniemi, ed Umeà.
Il ghiaccio a differenza degli altri fondi, terra compresa è qualcosa di completamente differente, non tanto per la sua superficie ad aderenza zero, ma perché è un fondo che potremmo definire vivente. Basta un grado o due e cambiano grip e consistenza del fondo, dove fare dei conti è sempre molto complicato, perché quello che valeva mezz’ora prima di colpo ti fa perdere manciate di secondi. Un esempio su tutti quello dello squadrone Toyota, quando fece fuoco e fiamme per riuscire a utilizzare una tantum le Lappi, nonostante il contratto con Michelin, un flop clamoroso che spalanco le porte all’uno due delle Mitsubishi gommate con Michelin. Negli ultimi anni la gara è passata dalle speciali tradizionali del Varmland a quelle di Umeà nel Västerbotten, con la parentesi covid 2021 sulle speciali dell’Arctic a Rovaniemi. Tre rally con dei fondi simili ma differenti, dove il più bravo a leggere il ghiaccio si è dimostrato proprio il pilota Estone. La gara di Torsby e Karlstad, dove la gara è nata e cresciuta, tradizionalmente ha sempre proposto delle speciali con uno strato di ghiaccio duro, spesso con pochissima neve ghiacciata, ma terra ghiacciata e dura. Ma soprattutto a meno di forti nevicate anomale per il Varmland i muri di neve si limitavano ad uno scalino più o meno pronunciato a bordo strada. Questo contribuiva a mantenere abbastanza pulita la strada dal ghiaccio tritato dai chiodi, l’edizione vinta da Tanak (2019) aveva proposto un edizione assolutamente anomala, con una grossa nevicata che aveva creato dei muri di neve altissimi, restringendo inevitabilmente la carreggiata. Anche negli anni ottanta e novanta quando il freddo ghiacciava laghi e fiumi intorno a Karlstad, per trovare i muri di neve la gara doveva risalire a Falun e Borlange, sulla indimenticabile speciale di Jutbo. Allora come oggi le rotaie limitavano i traversi, ma le linee del Varmland risultavano più pulite. Altra storia è stata quella dell’Arctic una gara dal fondo durissimo, dalla terra alla neve pestata e ghiacciata, probabilmente quello dove le rotaie si scavano di meno; ed il fondo a meno di una nevicata prima della gara non propone tanta neve smossa. Le carreggiate sono più strette per i muri di neve, sempre presenti ma mai troppo alti. Lo Sweden di Umeà nelle sue due edizioni invece ha sempre proposto dei muri molto alti, con un muretto più basso (delle seconde passate di spazzaneve) che va a restringere la carreggiata, ed è una fonte inesauribile di neve smossa che va a sporcare le linee ideali. L’impressione è quella di una gestione differente della pulizia strade, che sullo sterrato ghiacciato tende a lasciare sul fondo della neve smossa per attutire gli spigoli della terra ghiacciata, e dare un pizzico di grip in più alle gomme stradali termiche. Una manutenzione attenta alla viabilità normale, ma senza delle temperature polari la terra tende a ghiacciare solo in superficie e questo con i chiodi lunghi spesso porta la strada a scavarsi molto rapidamente, creando buchi e portando sassi in superfice.