FIA E PROMOTER

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Il primo anno di operato del presidente della FIA Ben Sulayem, ritenuto da qualcuno troppo soft, nei rally ha dovuto comunque fare di conto con una situazione estremamente complicata, con decisioni sbagliate da correggere ma senza potere tornare indietro, e con un potere ridimensionato dall’era Todt che ha ceduto ai promotori ..

Dopo decenni di gestione FIA passata dal padre padrone Balestre, all’era Mosley che ha messo in tanti anni di presidenza l’accento principalmente sulla Formula Uno, è arrivato un Jean Todt che nei primi anni ha cercato di dare una sterzata, ma poi ha cominciato a cedere potere in tutte le discipline ai promotori, aprendo le porte in alcuni casi a soggetti improbabili. Demandando tutta la parte promozionale, ma non solo, a soggetti esterni a Place de la Concorde, praticamente si è svuotato la scatola federale delle sue funzionalità almeno sui grandi campionati. Ben Sulayem nel suo manifesto elettorale puntava ad accorciare la distanza tra la base e i vertici della piramide sportiva. Obbiettivo prioritario moltiplicare il numero dei licenziati, e ridare fiato allo sport. Un problema che nei rally si pesa dalla distanza che in questi ultimi dieci, venti anni si è creata tra la base delle corse su strada, sempre più lontana da un mondiale dove lo spazio per gli indipendenti è stato cancellato. La dimostrazione di quanto si stia rivelando complicato il suo mandato lo ha dato il braccio di ferro, scaturito nei mesi passati con la Liberty Media promoter della formula uno. Offerte milionarie (si vocifera gonfiate), dove di passaggio in passaggio si rischia di fare soccombere lo sport al business, e non stiamo lontanamente parlando delle nuove motorizzazioni sulle quali i fans spesso si accapigliano. Ma di richieste sempre più esose agli impianti e ticket di ingresso sempre più salati. Ben Sulayem e la sua vena riformista sino a oggi è stata assorbita dal braccio di ferro in Formula Uno, ora sarà interessante vedere come si muoverà nei rally. Una partita che inizia ovviamente con il WRC e delle regole da scrivere, dopo anni di scarabocchi, che hanno portato i costi del mondiale alle stelle, per non parlare di una piramide delle vetture che tecnicamente ha blindato tutte le classi ad esclusivo interesse delle case.

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