In Messico ha sollevato più di un punto interrogativo il colpo di spugna dato a tre speciali consecutive (a causa dell’incidente di Lappi) per i concorrenti del WRC2 e di chi partiva a ruota della serie support, ma la piaga portata in evidenza dai colleghi di Dirt Fish se passata ai raggi X ha dei contorni che vanno oltre a quelli evidenziati.
Molti fans e alcuni addetti ai lavori ad ogni occasione non perdono occasione per lamentarsi degli elenchi iscritti magrolini di molte gare targate WRC, ma però non emettono mai fiato quando alle spalle dei top driver le speciali vengono tagliate senza ritegno alcuno. In Mexico esattamente come nel primo round dell’ERC di Fafe (disputato la settimana prima), le prove speciali sospese non percorse in gara da buona parte dei concorrenti sono state troppe. Un malvezzo che in Italia spesso falcidia i chilometri totali di una gara quando si parte nelle classi minori, ma a quanto pare sta prendendo piede anche nelle competizioni FIA, appena si presenta un problema. I colleghi made in UK hanno puntato il dito su quanto è successo al seguito dell’incidente di Lappi con la cancellazione di ben tre speciali di fila, per tutte le vetture del WRC2. Un evidente pecca organizzativa, perché mancava un itinerario alternativo, un problema che però potrebbe non avere solamente il Mexico, visto che al problema di tenere cucita la gara da qualche anno si è aggiunta l’esigenza dei tempi televisivi. Fattori difficili da fare collimare, ma sui quali bisognerebbe iniziare a lavorare in sintonia tra organizzatori e la produzione televisiva. L’impressione è che su tempistiche e programmazioni, nonostante dei format standardizzati in maniera esasperata, ognuno lavora per la sua strada ed alla fine si cerca fare quadrare le tempistiche, trascurando il piano B. Incommentabile la giustificazione del responsabile del WRC Promoter sul campo, che arrampicandosi sugli specchi ha parlato di strade nate in questi venti anni di rally Mexico per ospitare la gara, in realtà su questi altipiani il reticolato vie e mulattiere carrabili, Las Dunas a parte, non ha niente di artificiale. Dall’inizio del nuovo millennio è migliorato il fondo, meno pietroso rispetto alle prime edizioni, ma oggi come allora gli accessi e le vie secondarie sono tantissime, assieme alle loro varianti. In realtà il problema del “chi se ne frega di quelli dietro” è più ampio di quel colpo di spugna da 59 chilometri. Perché se andiamo a sommare il secondo passaggio sulla Ibarrilla cancellato per tutti, e il primo passaggio su El Chocolate cancellato per le WRC2 dopo l’uscita di Serderidis i chilometri non disputati salgono a 103, il 33%, ovvero un terzo della gara. Una quota in grado di condizionare atteggiamenti tattici e risultati, soprattutto in una gara dove le WRC2 sono messe alla frusta dalla durezza del fondo. Peggio ancora è andata nella NACAM (la serie continentale nord americana), la cui classifica è stata chiusa alla 14° speciale con 88 Km non disputati, sui 186,8 previsti. Qualche chilometro in meno del 50% davvero troppo da nascondere sotto il tappeto come si è cercato di fare.