TERRA NELLA POLVERE

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Questa settimana si sarebbe dovuto chiudere il Raceday sulle strade bianche del Crete Senesi, la gara che ha raccolto l’eredità del Valtiberina, ma l’accavallarsi di una serie di circostanze ha obbligato l’organizzazione aretina a rinviare tutto in autunno, un segnale preoccupante per il pianeta terra ancora in forte difficoltà dopo il tumultuoso finale di stagione venti ventidue.

L’anno passato a mettere in crisi il finale del campionato Italiano terra, CIRT, sono state una serie di ragioni abbastanza differenti tra loro che sono andate a sommarsi e hanno prodotto due cancellazioni e un rinvio. Quest’ultimo è stata una palese causa di forze maggiori, per i danni causati dall’alluvione marchigiana, tutti incolpevoli ma se non ci fosse stata un organizzazione disposta a fare i salti mortali, la terza cancellazione non era un ipotesi così remota. Un momento complicato destinato a continuare e l’effetto più evidente è il rinvio del Crete Senesi; dietro le quinte il calderone è bollente con il malumore che impera, per un rientro della terra nella massima serie CIAR gestito nella maniera peggiore. Con un Sanmarino dove nessuno contesta la gara in se, ma che è considerato da tutti una scelta politica, se questo inevitabilmente ha fatto storcere più di un naso, il caso Monza è stato interpretato da tutti come una presa in giro. Una gara mista all’interno del CIAR, in versione kermesse finale poteva passare, ma vederla inserire anche nel CIRT ha creato un forte scontento, nessuno escluso. Le cose potrebbero precipitare se la gara venisse cancellata come da alcuni rumors che circolano da qualche settimana. Voci mai smentite, anzi avvallate da un silenzio imbarazzante per una gara di cui non si conosce niente, con il tricolore oramai ai blocchi di partenza del secondo appuntamento. Tra i più scontenti ci sono l’organizzazione del Marche, che si sarebbe aspettata maggiore considerazione almeno per l’Adriatico, una gara spostata ad Urbino per dare più respiro al percorso. Per non parlare del Brunello in grado di fondere storico e moderno con due rally differenti, che hanno raccolto in entrambe le gare il maggior numero di iscritti stagionali sulla terra. Sulle scelte discutibili però non si può certamente fare finta di niente su quelle del Raceday, che ha rifiutato la concomitanza CIRT al Marche, così si trovati a mettere in fila tre gare in due mesi e questo non ha certo aiutato il Crete Senesi (sulle tempistiche organizzative, ed anche sugli iscritti), ed alla fine ha dovuto ripiegare sull’Adriatico, obbligato a digerire la concomitanza CIRT.

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