HYUNDAI ATTACCA IL WRC

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Le dichiarazioni di Alzenau ad inizio aprile sugli indirizzi del futuro del WRC, erano state abbastanza soft, ma nel tradizionale incontro con la stampa nel pregara Portoghese Neuville e Abiteboul ci sono andati giù pesantissimi, senza mettere il dito nella piaga tecnica l’attacco alla formula del WRC è stato frontale, dando l’impressione di mettere avanti le mani per ..

Quello che è andato in scena al service di Exponor a Matosinhos è stato un attacco frontale a tutto il sistema WRC, ed a sferrare i colpi più duri sono stati i due uomini più rappresentativi della casa coreana: il suo top driver Thierry Neuville e il team Manager Cyril Abiteboul. Contrariamente a quello che ci si poteva aspettare, non si sono toccati gli indirizzi tecnici sul futuro, che dovrebbero essere l’argomento del giorno, ma si è andati dritti sul format delle gare e l’interesse mediatico in caduta libera. Se Neuville ha messo un accento particolare sugli aspetti mediatici, critiche sacrosante ma arrivare in zona Cesarini, potremmo solo aggiungere meglio tardi che mai. Il nuovo grande capo invece si è spinto oltre dipingendo i contorni di qualcosa che va ad inseguire i cambiamenti della formula uno. Una scelta che non sorprende perché nei primi mesi di gestione della squadra, ha dimostrato dal punto di vista sportivo una gestione molto pistaiola, per non parlare della filosofia tecnica improntata a un forte potenziamento della simulazione. Cercare cambiamenti in grado di esaltare spettacolo e interesse non deve assolutamente essere un tabù, anzi se vogliamo è cosa buona e giusta. Ma inseguire la formula uno, cercando di copiarla, è un idea comuni a molti uomini che arrivano dal mondo dei circuiti, che però rischia di creare una copia sbiadita del grande circus, senza identità e destinata a restare ancora più in ombra. Avere alzato così platealmente il tiro su gare e format, in un momento dove si sta giocando il futuro tecnico della specialità ha tutta l’aria di una forzatura giocata in maniera trasversale. Una sorta di carico da novanta posato in un momento critico, che ad un certo punto potrebbe anche diventare merce di scambio quando si tratterà di prendere le decisioni tecniche. Ma c’è anche chi senza ipotizzare fini tatticismi politici ha visto nella mossa di Alzenau la volontà di mettere le mani avanti, in maniera da preparare il terreno da un eventuale disimpegno dal mondiale rally, se la strada imboccata non sarà quella desiderata. L’ipotesi disimpegno tra molti addetti ai lavori del WRC, ha cominciato a serpeggiare da un’po’ di tempo, e quest’attacco al WRC è un segnale preoccupante.

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