La gara Lusitana appena conclusa quest’edizione è andata al rinnovo del contratto con il promotore per il 2024 con un opzione 2025, che dovrà essere esplicitata a settembre in vista del consiglio mondiale della FIA. Un accordo biennale che era già nell’aria prima del via, ma la formula un anno più opzione solleva più di qualche perplessità.
Dei calcoli sull’impatto milionario del rally Portogallo ne avevamo parlato prima della gara, numeri da capogiro che obbligatoriamente hanno portato al rinnovo del contratto con la WRC Promoter, anche perché se l’anno passato si è raggiunto il milione di spettatori, anche quest’anno non si è andati molto lontani da quel sold-out. Fa però molto specie parlare di un contratto biennale, quando negli anni passati da Monaco di Baviera si sono sempre fatte pressioni per dei rinnovi triennali. Nel caso del Portogallo ci troviamo di fronte ad una gara che grazie all’impatto del pubblico ha tutto l’interesse a restare nel mondiale, mentre dall’altra parte c’è un promotore che delle immagini di quel pubblico trae un grande beneficio di immagine, ma soprattutto contrattuale. Che si opti per il biennio e non per il triennio ci può anche stare, ma un anno con opzione lascia abbastanza straniti. Non è chiaro se la reticenza sia dalla parte dell’organizzazione, dubbiosa in questo momento di incertezza, ad andare a firmare un contratto con un circo che potrebbe vedere dimezzare le sue tende. Ma dalla parte del Promotore rinviare tutto alla vigilia del consiglio, dà l’idea di ritornare almeno formalmente a dare peso al ruolo della FIA che in questi ultimi anni sembrava diventato secondario, anche nel disegno dei calendari. Le pentole che stanno andando in ebollizione cominciano ad essere più di una, ed in ballo non c’è solamente il futuro sotto il profilo tecnico, ma anche quello di equilibri di potere sportivo e commerciali, dove negli ultimi venti anni ci sono state molte forzature.