Oramai al rally Italia Sardegna mancano pochi giorni, un edizione molto particolare perché ad Olbia, là dove tutto è nato nel 2004, la gara del WRC made in Italy andrà a spegnere venti candeline, uno dei pochi appuntamenti iridati del nuovo millennio che è riuscito a consolidare la sua presenza con un perfetto mix tra il fascino dell’isola e una delle gare meglio organizzate del WRC.
Venti anni di storia in un mondiale rally che nell’ultima decade ha visto trasferire buona parte dei suoi poteri politici (vedi disegnare i calendari) in capo al promoter, ed agli accordi commerciali legati alla promozione centralizzata rappresenta un traguardo che non è da tutti. La Sardegna con il rallye di Montecarlo è riuscita a passare indenne da una rotazione forzata che l’ha obbligata nel 2010 ad un edizione nell’IRC, forche caudine risparmiate solamente al rally di Jyvaskyla. Ma soprattutto è stata l’unica gara assieme al Montecarlo a garantire continuità nei due difficilissimi anni della pandemia, una presenza che soprattutto nel 2020 è stato il cardine della sopravvivenza di un WRC finito irrimediabilmente all’angolo. Con un promotore immobile che da solo non sarebbe riuscito a trovare il bandolo della matassa. L’edizione venti propone una sessantina di chilometri in meno rispetto alla prima edizione del 2004, ma avere piazzato il venerdì un doppio passaggio sul Monte Lerno, una speciale di cinquanta chilometri da mandare giù tutta di un fiato è un grandissimo atto di coraggio. Un layout che ha maggiore valore rispetto al chilometraggio complessivo della gara, non è un caso che prove speciali così lunghe siano sparite dai radar di tutte le gare, Safari compreso. A prevalere in questi ultimi anni è il fare di conto, ed a tutti spaventa l’idea di dovere cancellare, per una qualsiasi ragione di causa maggiore, cinquanta chilometri cronometrati. Ma i rally del mondiale non si possono appiattire su dei format tutti uguali, i rally sono, o meglio devono essere anche un esercizio di fantasia e le gare vanno disegnate e non fotocopiate, come la l’Acropoli con la sua prima tappa in linea. Avere il coraggio di uscire dagli schemi dimostra quanto sia cresciuta la macchina organizzativa capitanata da Antonio Turittu, che in questi venti anni ha fatto tesoro di ogni edizione ed oggi è una delle macchine meglio rodate del WRC. Capace di sfornare dal niente o quasi, in appena due mesi, l’ACI Monza WRC, una gara che in due stagioni ha tenuto a galla il WRC. La gara scatterà il giovedì sera da Olbia con la cerimonia di partenza, seguita a ruota dalla speciale cittadina, una delle più belle dell’intero panorama WRC, con un misto asfalto terra molto spettacolare, senza risultare esageratamente artificiale.