Il guado posto ad un centinaio di metri dal fine prova sulla Sa Filigosu si è rivelato uno dei trabocchetti più insidiosi della gara, nel primo giro del sabato la Puma di Tanak si è fermata e non ha più voluto saperne di andare in moto. Nella replica pomeridiana invece è stato il turno di Ogier che proprio li ha iniziato la serie di disavventure che lo hanno portato al ritiro.
Nel caso di Tanak forse non c’è nemmeno stato un ingresso più arrembante del solito, ma l’acqua ha mandato in panne il motore della sua Puma che dopo tanti tentativi si è visto costretto a concludere la speciale con la sola modalità elettrica. E dopo avere tentato una riparazione di emergenza ha dovuto issare bandiera bianca. Ogier invece nel secondo passaggio è entrato nell’acqua con troppa decisione, e l’acqua che ha invaso il vano motore ha rallentato la sua Yaris facendogli pagare una manciata di secondi. Apparentemente nulla di grave, ma in realtà il radiatore è rimasto danneggiato, ed in trasferimento il lupo di Gap ha cercato di metterci una pezza, ma pur utilizzando tutta l’acqua che aveva a bordo ha faticato a completare il rabbocco. Ripartito verso Tula si è dovuto fermare prima della partenza per sostituire una probabile foratura lenta, un cambio fatto sotto la pioggia e nel fango. Abbastanza per sporcare bene le scarpe e poco dopo la partenza gli è scivolato il piede tra frizione e con il tallone semi incastrato ha dato una pinzata ai freni che lo ha sparato fuori strada, in maniera assolutamente anomala. Un uscita veniale, che non ha provocato danni alla vettura, ma con il muso giù nel dirupo ed il retrotreno all’altezza della strada ma con le ruote che non toccavano terra ha dovuto gettare la spugna. Un errore che ha ammesso, come però non ha fatto mistero della gravità del danno al radiatore, e con due speciali ancora da percorrere, ed un lunghissimo trasferimento senza l’uscita ci avrebbe, provato ma a bocce ferme ha ammesso difficilmente ci sarebbe riuscito. Un Ogier più che mai lucido che sino alla bouclé del pomeriggio aveva calcolato tutto facendo la differenza la dove poteva mettere gli avversari in maggiore difficoltà. Più guardingo la dove si rischiava di più come sotto la pioggia, quando la strada diventava una pista di pattinaggio, il sabato pomeriggio con il fiato degli avversari sul collo, e buona parte della gara già alle spalle più di tanto non ha potuto gestire, ed è inciampato in quell’abbondante ingresso al guado dove il mattino era passato soft con il resto del gruppo.