Il giovane Oliver in Sardegna si è presentato alla conferenza stampa pre gara con una maglietta che riportava al rally del Portogallo dove la penalità presa per i tondi di Lousada gli è costata la vittoria. Una contestazione simpatica “oliver’s donuts, rally funs just love them” ma forse sarebbe il caso di contestare più che la decisione una regola che sembra non essere figlia di nessuno.
Ad Oliver il minuto di penalità per i tondi del Portogallo non sono proprio andati giù, ed è logico sia così visto che gli è costata il successo, però come per molte contestazioni dei piloti l’ha toccata piano, ma a questo punto più che la maglietta bisognava portare avanti una contestazione vera, per tentare di abrogare la regola. Una campagna per tutti ma soprattutto per se stesso, visto che il ragazzino ha una lunga carriera davanti, ed avendo ereditato i geni del padre il caso siamo abbastanza sicuri si ripresenterà. Una protesta a suon di carte e riunioni, almeno da fare venire allo scoperto chi la regola l’ha richiesta l’ha voluta, in maniera da spiegarla se ci sono ragioni fondate per mantenerla, o meno. Onde evitare trovarsi di fronte a un nuovo giudice sportivo che potrebbe limitarsi ad applicare la regola come è scritta, un bel cinque minuti, e così avrebbe chiuso la sua gara al settimo posto dietro a Marco Bulacia. Invece ha trovato uno stewards che si è preso la briga di ridurre la penalità a un minuto che ha concesso un attenuante perché i tondi sono stati effettuati in un area sicura perché delimitata da due barriere di cemento. Qualcuno potrebbe dire che si poteva anche non dare niente, ma quando il fatto è arrivato sul tavolo degli sportivi su una segnalazione del direttore di gara (quindi su pressione dell’organizzatore), con tanto di video live, è impossibile fare finta di niente. Al collegio spetta l’onere di fare giustizia (sportiva), quindi applicare le regole e non certo scriverle o cambiarle. Per cui la T-shirt va bene ma quello che ci auspichiamo e che la famiglia Solberg, faccia qualcosa in più visto che la voce di papà Petter di peso ne ha ancora molto, con gli organi federali e soprattutto mediaticamente. Chi ha voluto questa regola come molte altre non è dato sapere, ma visto quanto successo in Portogallo, e prima con l’introduzione dei cinque minuti dopo i tondi di Ogier al Catalunya, è facile immaginare che la spinta sia quelle di alcuni organizzatori. Probabilmente perché qualcuno di questi sono più sensibili di altri di fronte a chi dà i permessi e quando vede queste esibizioni storce il naso. Però se le regole non hanno mai ne padre ne madre, sparare sulla FIA può andare bene a tutti e in qualsiasi stagione, ma così oltre alle regole giuste passano anche quelle stupide, che oggi sono davvero troppe.