Oggi l’imperativo, almeno per il WRC, è trovare la giusta strada per il futuro, ma a quanto pare la commissione e il promotore dopo un anno di sondaggi e contatti con i costruttori presenti e interessati, la situazione è ancora più in stallo di prima. Ed invece di andare al nocciolo del problema, si pensa a dei placebo come mettere un tetto al budget stagionale, sulla falsariga della formula1.
Il WRC in questo momento parlando di regolamenti e fascino per coinvolgere nuovi costruttori sta facendo molta fatica, perché negli ultimi venti anni i rally hanno preso una strada filosoficamente sempre più corsaiola, con dei regolamenti tecnici più blindati, Unico indirizzo, livellare le vetture rendendole sempre più simili, allontanandosi dall’aspetto promozionale del prodotto sul mercato. Si tratti di vetture, gomme, ammortizzatori ecc.. . Il problema costi oggi è al centro del dibattito, vista l’escalation alla quale abbiamo assistito prima sulle WRC Plus, ed oggi sulle rally1, ma pensare di mettere un tetto alla spesa ha dell’assurdo, o meglio non risolve il problema a meno non si vada realmente a rivedere i regolamenti tecnici, orientandosi su una filosofia più vicina alle rally2, ma con gli opportuni ritocchi all’utilizzo di materiali nobili e maggiormente performanti. Oggi le rally2 hanno un tetto di prezzo bloccato, spesso aggirato con le evoluzioni, ma si tratta di qualche deca in più, d’altronde stiamo parlando di vetture destinate esclusivamente ai clienti. Questo si traduce in uno sviluppo limitato, una volta introdotte sul mercato si lavora soprattutto sui dati forniti da clienti, ma soprattutto non si va ad evolvere alcuni particolari che non sono bloccati dai regolamenti, ma che in caso contrario farebbero schizzare alle stelle i costi. La storia insegna. Un esempio lampante è quello delle prime WRC Octavia e Fabia come gli avversari rispettavano i pesi minimi, ma i team più importanti continuavano ad adottare pezzi sempre più leggeri e robusti. Il risultato erano vetture più leggere che per stare nel peso minimo venivano zavorrate, con il vantaggio di giocare sulle zavorre per dare più equilibrio alla vettura ed abbassare il baricentro. Per non parlare delle sessioni di test, quelle dove M-Sport ha fatto il diavolo a quattro per ridurre le giornate, ma in realtà non ha spostato di molto gli equilibri. Prima di pensare agli artifici utilizzati in circuito sarebbe il caso di ripensare le regole della classe regina, evitando di puntare a regolamenti tecnici fuori dal mondo, con motorizzazioni dai costi stratosferici, unità ibride più care di una rally2. Costruire una budget cup con particolari costosissimi, per poi contingentarli, sulla stagione porta vantaggi irrisori, a fronte di vetture costosissime e gestionalmente fuori portata anche dei gentleman più ricchi. Quelli che si sono volatilizzati con le plus, scomparsi quasi definitivamente con le rally1.