La lista dei costruttori che si sono avvicinati alla Dakar e che hanno manifestato la loro prossima presenza è sempre più lunga, così dopo Audi si preparano a sbarcare in Arabia in maniera ufficiale anche Ford e Dacia, mentre il WRC continua a restare al palo nella immobilità assoluta, privo di una visione del futuro.
Oggi i rally non sono ancora riusciti ad esprimere un idea sul loro futuro immediato, ovvero il biennio 2025 – 2026, che pure è dietro l’angolo. In origine il futuro era già tracciato con la possibilità di adottare un sistema ibrido sviluppato dallo stesso costruttore, oppure da un suo fornitore, mentre oggi non è chiaro nulla, neppure se continuare con Compact Dynamics oppure no. Figuriamoci avere un visione sul futuro a medio termine, con il dipartimento tecnico e la commissione rally della federazione ancorati, per non dire saldati, sul concetto di regolamenti imbrigliati dove anche l’ultimo bullone deve essere il medesimo per tutti. Una distorsione sulla visione delle corse, che ha allontanato i rally sempre più dalla realtà, ed oggi il mondo del cross country si prepara a superare di slancio il settore rally. Qualcuno molto frettolosamente all’arrivo di Audi ha liquidato il tutto come una questione di budget, ma in realtà quei venti giorni di gara, relativi test, ed anche una partecipazione una tantum a qualche altra gara del World Rally Raid Championship porta la spesa a superare nettamente i budget messi in campo dalla M-Sport, in questi ultimi anni di WRC. In realtà il discorso budget quando si parla di costruttori veri è sempre molto relativo, la capacità dei raid, ed in particolare del suo promotore è stata quella di aprire a tutte le tecnologie, trasformando le gare in una sorta di banco di prova su uno dei percorsi duri e avventurosi. Attraendo chi come Audi ha voluto lanciare una sfida esclusivamente tecnologica, con un ibrido di nuova generazione, e chi come Toyota ha scelto l’Hilux per promuovere uno dei suoi prodotti di punta nel settore fuoristradistico. Un attenzione verso le esigenze di tutti i costruttori senza però escludere dei progetti come quello della Prodrive con l’Hunter BRX, un progetto elitario di piccoli numeri ma tutt’altro che visionario. Oggi con l’ingresso del gruppo Renault con il marchio Dacia, molto probabilmente un prototipo ibrido vestito da Duster, la lista delle occasioni perse dal WRC comincia a diventare sempre più lunga. Mentre tutti costruttori sono tornati a guardare con interesse alla promozione a mezzo motorsport, la disciplina principe delle corse su strada sta cedendo il passo ad altre con promotori dinamici e capaci di rinnovarsi, come nei raid e nel WEC.