In un panorama sempre più soffocato da dei format in fotocopia che spingono tutte le gare verso la mediocrità chi però osa rischiare (per quanto concesso) come il Casentino, che ripropone un finale con la Talla in versione da trenta chilometri, è stato ampiamente ricompensato con una serie di adesioni record.
L’anno passato la gara di Bibbiena era riuscita a raggiungere quota centoventi iscritti, un risultato di tutto rispetto, che non era facile replicare, ma ancora una volta una delle gare simbolo dell’IRC è riuscita a migliorarsi andando ad aggiungere un’altra decina abbondante di vetture alla lunga lista degli iscritti. Tranne nell’anno della pandemia, il percorso del Casentino si è sempre spinto oltre i cento chilometri di prove speciali, sfruttando tutti i chilometri concessi da un regolamento blindatissimo per tutte le gare, dalle serie nazionali a quelle non titolate (dove la parola d’ordine è vietato mettersi in evidenza, layout obbligato meritocrazia azzerata). Quest’anno oltre al chilometraggio complessivo Norcini e banda hanno fatto i salti mortali per ritornare a chiudere il loro evento con la speciale di Talla, trenta chilometri da mandare giù tutti di un fiato. Con i due passaggi nella serata del venerdì sulla Rosina, e le speciali del sabato ripetute solamente una volta dando così più respiro alla gara, che sia pure restando all’interno delle norme con un pizzico di fantasia è riuscita a proporre qualcosa in più, o se vogliamo di differente. Ed in particolare l’introduzione di una prova speciale di trenta chilometri rappresenta una scelta coraggiosa, e controtendenza. L’importante numero di adesioni raccolte, in continua crescita, rappresenta un evidente promozione da parte della base dei praticanti della gara di Bibbiena. Ma soprattutto dimostra che c’è la richiesta da una parte della base dei licenziati di gare più corpose e sfide stimolanti come le speciali lunghe. Oggi una maggioranza di licenziati si dichiara apertamente a favore di chilometraggi più importanti, il fatto che per ragioni budgettarie e di scelte varie, questi si orientino comunque su gare più compatte, non significa automaticamente eliminare tutto il resto. I rally hanno sempre avuto il loro punto di forza nella diversità e nella capacità di esaltare i territori e il genere delle strade che li ospita, l’ostinazione nel blindare i format e fantasia soffoca le gare limitando l’interesse generale nel confronto dei rally.