Oliver Solberg nella gara di casa il Royal Rally of Scandinavia ritorna al volante della sua Volkswagen Polo GTI R5 completamente aggiornata, e senza troppi complimenti fa saltare il banco dell’ERC, regalando al suo pubblico spettacolo e grandi prestazioni che gli hanno permesso di sgretolare il folto plotone dei pretendenti, con la sola eccezione di Paddon.
Oliver dopo una stagione venti ventidue da dimenticare, nonostante i suoi ventuno anni ha saputo incassare un colpo in grado di fare vacillare chiunque, si è rimboccato le maniche ed è ritornato a calcare le scene del WRC2. Nel corso di una stagione imbastita tutta sulla serie cadetta ha vinto in Svezia, ed è andato a podio altre due volte, la rottura nelle fasi iniziali della Sardegna fortunatamente non ha compromesso la sua rincorsa a un titolo dove ha ancora a disposizione altri tre risultati utili. In un ottica stagionale la partecipazione al Royal Rally of Scandinavia, era priva di valore o particolari significati se non vincere il nuovo round dell’ERC sulle strade del Varmland dove è nato, ed abita (nella cittadina di Torsby). Ovviamente vincere a Karlstad per il ventunenne figlio d’arte era una grande tentazione, ed anche se non si giocava nulla la pressione era di quelle gare che vuoi vincere e basta. La maniera con la quale è riuscito a imporsi, potrebbe rivelarsi uno dei momenti di svolta in questa fase della sua carriera alla ricerca di rilanciare le sue azioni nel WRC che conta. Nonostante il suo imperativo fosse vincere è riuscito a tenere un ritmo altissimo, per non dire infernale, in tutte e due le giornate di gara, ma a differenza del passato ha palesato una padronanza del suo passo assoluta, in ogni frangente della gara. Giocando sempre sulla soglia del limite, si è guardato bene dal passare il limite nelle porzioni più scivolose della prima tappa, andando appena oltre quando si correva qualche rischio in meno. Riuscendo ad amministrare quel risicato margine che ballava tra i cinque e i dieci secondi con determinatissimo Paddon che non ha mai mollato niente, restando per tutta la gara sugli scarichi della Polo, ed ha alzato il piede solamente nella bouclé finale. Una scelta tatticamente perfetta perché è andata a togliere il fiato sul collo a Solberg, mettendolo il leader della gara in condizione di evitare di fare la power stage a tutta, così il neo zelandese ha potuto andarsi a prendere il massimo dei punti extra, contando su un avversario in meno. La padronanza palesata a livello mentale da Oliver: dalla gestione del passo a quella tattica è il segno di un pilota sempre più maturo che potrebbe prendere in mano un WRC2 ancora tiratissimo.