Lo scorso anno la pantomima messa su da Tanak quando ha cominciato a invocare gli ordini di squadra, ha fatto stracciare le vesti a molti, come se quei punti avessero potuto cambiare il WRC, ma nessuno dei due ha cercato l’altro o per attaccare o difendersi. Invece con Neuville fuori Seb e Kalle hanno continuato a darsele e Toyota ha perso una doppietta sicura.
E’ oramai passato un anno dalla seconda tappa dell’Acropolis 2022 quando in Hyundai Tanak scatenò una tempesta, capace di dividere i fans tra i profeti degli ordini di squadra a tutti i costi e chi è contrario o comunque ritiene debbano essere usati con parsimonia. In quel caso non si trattava di portare via un piazzamento, ma una vittoria a fronte di una manciata di punti che visto il distacco sarebbero serviti si e no a farsi dare ragione dalla matematica forse una gara più in là. La realtà che nessuno ha voluto vedere è quella di un Tanak in cerca di ulteriori motivazioni per potere recidere il suo contratto. I due piloti però non sono mai andati a cercarsi, ed anche se l’edizione passata era meno dura di quella attuale, sia Ott che Thierry hanno dimostrato il giusto rispetto per un Acropoli che è sempre dura e anche per il team. In Toyota invece dove tutti fanno finta di non volere ricorre ai team order, ma già al Safari erano stati costretti a intervenire prima che Ogier e Rovanpera rompessero le loro Yaris. Questa volta memori del Kenya avrebbero dovuto mettere la briglia a entrambi appena si è rotta la sospensione anteriore di Neuville. Invece vista la progressione dei tempi dal primo al secondo passaggio, Rovanpera ha continuato ad attaccare come davanti ci fosse una Hyundai, e Ogier si è adeguato al passo del compagno. Viste le condizioni durissime del terreno era evidente che come nello scontro Ogier e Neuville a prevalere non sarebbe stato il più veloce, ma la vettura che non avrebbe registrato cedimenti per prima. Una situazione recidiva, questa volta con l’aggravante dell’assenza di Latvala o Toyoda sul ponte di comando, impegnati in una gara del campionato nipponico, una presenza che generosamente possiamo definire di immagine, ma lontana anni luce dal ruolo dei due in seno alla squadra Toyota. In questo caso nessuno tra i fans nemmeno si sognerà di parlare di ordini di squadra mancati, ma in realtà Toyota si è mangiata una tripletta servita su un piatto di argento, con i punticini di vantaggio che comporta nella classifica costruttori. Tra compagni di team ci sono regole non scritte che non avrebbero bisogno di essere fatte rispettare, ma Kalle ha già dimostrato più volte di fregarsene. Comprensibile la voglia di vincere, ma se la vettura a cedere fosse stata la sua sarebbe stato un secondo zero consecutivo per andare a caccia del compagno di squadra, un rischio che nessuna squadra si può prendere. A meno che non si accetti che le decisioni del pilota passino su tutto, ed a quel punto si costruisce una squadra che non lo oscuri, come per molti anni è stato in Citroen.