Oramai nel bar dei social è sempre più assordante il coro di chi per rilanciare il mondiale profetizza la necessità di una staffetta tra le rally1 e le rally2, per tradurla in termini più terra terra un drastico taglio dei costi. Come si trattasse di fare una somma o una sottrazione, una soluzione troppo semplicistica perchè l’equazione costi e costruttori è ben più complicata.
Filosoficamente pensare la soluzione per il futuro possa celarsi nel regolamento tecnico delle rally2, con l’obbiettivo primario di contenere i costi, ed arginare tutte quelle derive che hanno fatto schizzare i costi delle Rally1 alle stelle, è un concetto perfettamente condivisibile. La filosofia di regolamento però non deve essere confusa con quelle che sono le rally2 attuali, e l’idea di aumentarne la cavalleria con un paio di millimetri di flangia e aggiungere qualche elemento di aerodinamica, cela un idea abbastanza naif della vita. Come quella di fare i conti dei costruttori; due e mezzo sono quelli impegnati con le rally1, mentre se domani subentrassero le rally2 ne avremmo subito cinque o sei (Skoda, Citroen, Ford, Hyundai, Volkswagen e prossimamente Toyota).
Nel caso le rally2, già nel 2024 prendessero il posto delle rally1, anche senza apportare sistemi ibridi simili, oppure lavorare seriamente su carburanti a emissioni zero, il costo delle vetture raddoppierebbe (o triplicherebbe) immediatamente. Oggi le Rally2 devono rispettare un tetto di prezzo, e sono destinate quasi esclusivamente ai clienti, nel caso diventassero la classe regina il lavoro dei tecnici e lo sviluppo, sulla carta (progettistico) e sul campo (test), cambierebbe radicalmente. Basta fare un semplice rapporto numerico di personale tra i reparti tecnici che curano le Rally1 e le poche unità impegnate nei reparti clienti. Secondo alcuni tecnici con l’aggiunta di un elemento ibrido nel giro di un triennio si arriverebbe a dei costi simili agli attuali.
Il concetto di semplificare le cose e fare 1+1 per contare i costruttori è un altro errore macroscopico, tutti sembrano ignorare si tratta di vetture clienti, tra le case che attualmente hanno una rally2 l’unica che ha operato come un costruttore sino a qualche anno fa è stata la Skoda. Oggi però è passata ad una gestione demandata, Mlada c’è, ma lo zampino lo allunga solamente quando serve (vedi l’ingaggio di Mikkelsen). Toyota, Hyundai e Ford potrebbero dirottare immediatamente tutta la loro forza lavoro sulla rally2, inizialmente si aggiungerebbe Skoda ma per quanto? Per tenere il passo della concorrenza i budget e il personale sarebbero palesemente insufficienti e senza un semaforo verde di Volkswagen per una cospicua iniezione di budget il programma si spegnerebbe nel giro di un paio di stagioni.
Ultimo punto; in molti vedono il nodo budget come principale freno all’ingresso di nuovi costruttori, dimenticando che l’impegno di una casa costruttrice ha due principali motivazioni: pubblicizzare il proprio brand o prodotto (vetrina commerciale), oppure utilizzare le corse come banco di prova tecnologico per dimostrare la bontà del proprio prodotto. Questo secondo punto è stato azzerato dagli attuali regolamenti tecnici sempre più lontani dalla serie e dalle novità tecnologiche che questa propone. Vedi un ibrido arrivato quando nel mercato è una consolidata realtà.