MONZA LE OCCASIONI PERDUTE

0

La vicenda del Monza CIAR, scomparso dai radar del venti ventiquattro anche se farà piacere ad un nutrito gruppo di fans, rappresenta un’occasione perduta senza nemmeno andare a vedere la prima edizione 2023 che andrà in scena a dicembre, costruita ottimizzando l’esperienza di due edizioni mondiali.

Tra i dubbi lasciati dalle ultime stagioni tricolori, inevitabilmente condizionate dal dopo pandemia, ci sono i troppi avanti e indietro prima sui chilometri, poi sulla terra, ed ultimo quello di un rally Monza inserito a forza con la doppia validità CIAR e CIRT nel 2023. Poi senza nemmeno vedere i risultati di questa edizione Monza è sparita dai calendari 2024. L’inserimento a forza nel calendario CIRT ha sollevato qualche punto interrogativo. Ma dall’altro canto terminare il campionato tricolore assoluto in una gara atipica capace di alternare asfalto e sterrato, su un fondo sufficientemente buono (come ha dimostrato il WRC) da potere essere affrontato con un assetto asfalto è un innovazione interessante. A tutto beneficio dello spettacolo, ed anche alla formazione dei piloti sempre meno abituati a improvvisare, con vetture e gomme in specifiche particolari adatte a questa o quella particolare condizione, con tutti i costi che questo comporta. La prima occasione persa purtroppo è targata 2023, ed è avere imposto al pubblico una mobilità limitata alle zone limitrofe al service, centro nevralgico della gara. Nessun ticket, se non per il parcheggio della propria vettura (nei parcheggi interni all’autodromo), è una sorta di porsi al riparo da eventuali critiche del pubblico. Sicuramente non è pensabile dare via libera al pubblico in un ambiente come quello di Monza, con recinti e contro recinti, ma rifiutarsi di volere individuare alcuni tratti ad alto contenuto spettacolare, ed organizzare delle zone pubblico, ed appositi cammini per arrivarci è un non senso. Costruire una gara spettacolo, per poi vietarla al pubblico è come gettare la spugna prima di salire sul ring. Se vogliamo è una sorta di campanello di allarme che ha preceduto la sparizione dai radar del 2024, ufficializzata con l’assegnazione delle validità. Trattandosi come molte gare dei campionati Austriaci e Tedeschi di asfalto misto a tratti di terra, non sarebbe certamente una rivoluzione, ed avere gettato la gara nel cassonetto ancora prima di mandarla in scena è l’occasione persa più grande.  Un rally che avrebbe avuto una sua dignità anche nel CIAR 2024, e non sono un problema nemmeno i 120 chilometri, bastava andare a riprendere un paio di speciali del WRC nella bergamasca. Certamente cadrebbero i requisiti per quella presenza CIRT, tirata dentro per i capelli, ma il potenziale della gara è enorme. Senza contare che si andrebbe a chiudere la massima serie in una cornice in grado di dare quel qualcosa in più, che negli anni ha portato nell’autodromo Brianzolo una valangata di piloti e spettatori da tutta Italia, per uno show a tutto circuito, a girare attorno a chicane di gomme.

Share.