DIREZIONE GARA DA CARTELLINO ROSSO

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Il pasticcio tra la vettura zero e la direzione gara sulla speciale numero nove del rally Japan, è costata una reprimenda e un deferimento alla commissione FIA WRC al direttore di gara, un cartellino giallo che probabilmente ad Haruo Takakuwa costerà il posto, ma il provvedimento ha tutta l’impressione di avere trovato il suo capro espiatorio.

I report sulle gare nel mondiale hanno sempre subito forti condizionamenti politici sino dalle prime edizioni del mondiale, ma con l’avvento del promotore e dei suoi contratti con gli organizzatori per la promozione la situazione è peggiorata e di molto. Allora la FIA aveva ancora le sue armi per esercitare comunque delle pressioni, oggi le richieste del promotore sono così elevate che non solo fanno evaporare nuove e vecchie candidature, ma bisogna tenersi ben stretti i presenti, almeno sino a quando sono in grado di onorare i contratti. Questo è sicuramente il caso del Japan una gara fortemente voluta dalla Toyota, entrata nonostante due rinvii last minute incommentabili. Se alla prima del 2022 tante sono le pecche emerse nella gestione della gara, dove è spiccata un impreparazione globale dai vertici della piramide alla base. Apici al cui comando nel ruolo di direttore della gara c’era già Haruo Takakuwa, ma una FIA dai poteri spuntati, un promotore che la voce grossa la fa solamente quando si parla di denaro nulla è cambiato. Tutto per un orgoglio di campanile, nelle sei edizioni del Japan WRC di Hokkaido (nella prima decade del nuovo millennio) la macchina organizzativa (super visionata nei primi anni da Gary Connely) era sempre risultata all’altezza di un grande evento. Ma dopo qualche ammiccamento prima di imbastire la gara a Toyota City, i rapporti si sono chiusi ancora prima di aprirsi, e i risultati si sono visti in una prima edizione che faceva acqua da tutte le parti. Ma nonostante tutto non è nemmeno arrivata un tirata di orecchie e così è andato in scena il bis, dalla bandiera rossa sulla prima speciale del mattino, a una cancellazione con tanti punti interrogativi e per finire la bandiera rossa con la zero dentro, parcheggiata in piena traiettoria. Indipendentemente la zero si sia dovuta fermare per rispondere alle richieste dei marshall, il posto dove si è parcheggiata per attendere il passaggio dei concorrenti è inconcepibile, come lo è una direzione gara che se l’è persa. Pensare di tirare via una delle rare prove extracontinentali è impensabile, ma se deve stare dentro per questioni di budget avere consegnato la katana a Takakuwa per fare harakiri, ha il sapore del classico capro espiatorio. Ma tutto non può concludersi con un semplice cambio alla direzione della gara, altrimenti la meritocrazia va a farsi benedire una volta di più. Non bisogna dimenticarsi che nel Pacifico per mancanza di budget al palo è rimasta una Nuova Zalanda, per fondo, panorami e speciali la più bella gara del WRC assieme al Sanremo misto asfalto terra degli anni settanta, ottanta e novanta.

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