Anche se i numeri non sono stati quelli da tutto esaurito dell’anno passato, a causa di due giornate da lupi con tanta pioggia diventata neve all’imbrunire del sabato; lo Janner si conferma una gara con una chiara visione del futuro, mentre in quasi tutta Europa si annaspa il loro modello ha saputo trovare i giusti equilibri tra passato e futuro scommettendo sul pubblico.
Dopo i due anni di assenza per i problemi sulle autorizzazioni agli spettacoli pubblici legati alla pandemia, l’anno passato lo Janner ha fatto registrare il tutto esaurito con una presenza di pubblico sulle speciali che ha superato le 140.000 unità. Quest’anno un sabato tutto sotto l’acqua ha inevitabilmente penalizzato l’affluenza degli spettatori, ma anche se non sono ancora stati diffusi i dati ufficiali sull’affluenza, la stima provvisoria è di 80.000 persone, in media con quelle degli anni passati (pre pandemia). Numeri sempre molto importanti che evidenziano una forte presenza di spettatori locali e non solamente dello zoccolo duro degli appassionati. Il club organizzatore ha saputo coltivare in questi ultimi anni un’attenzione sull’evento in grado di calamitare la presenza di un pubblico locale, appassionato ma più generalista, disposto a spostarsi per i grandi eventi di casa. Una gara con zone pubblico, delimitate e ricche di servizi, parcheggi comodi, e percorsi di accesso delimitati e ben puliti, dove la gente non taglia i campi ovunque, oppure è obbligata a farsi largo tra le frasche. Il biglietto di ingresso propone prezzi popolari: € 34 il pass gara e € 15 ticket giornaliero; quello che a qualcuno fa storcere il naso, ed appena si parla di pagare si sale subito sulle barricate. Mentre i rally in generale vedono i numeri degli spettatori a bordo strada, oramai da una ventina di anni in calo costante, fatta eccezione per il WRC dove in certe gare i numeri sono straripanti, la gara di Freistadt conferma un successo controcorrente. Un risultato che meriterebbe da parte di organizzazioni e federazioni un analisi approfondita perché la ricetta non è quella facile del WRC (piloti al top e vetture da sogno). Al contrario dopo anni di presenza nella serie Europea, si è vista mettere all’angolo da gare meno curate ed interessanti, ma con budget sufficienti a pagare delle tasse d’ingresso sempre più pesanti. Con l’insegnamento del passato gli austriaci hanno saputo coltivare un evento di interesse extra nazionale, capace di sopravvivere fuori dai calendari dei grandi campionati internazionali. Un lavoro continuo attento alle esigenze del pubblico, ad esempio andando a creare nuove Arene naturali espressamente dedicate. Un concetto a metà tra l’evento sportivo, ed una grande festa o fiera territoriale, dimostrando un attrattività che non è andata persa, ma semplicemente si smesso di valorizzare, ovviamente tenendo conto che siamo nel 2024 e non negli anni ottanta.