Oramai il 28 febbraio è dietro l’angolo, la fatidica data del primo consiglio mondiale del motorsport 2024, una vicinanza che ad Umea faceva presagire un certo fermento, ed invece non si è mossa foglia, come se le annunciate riforme da presentare sul tavolo FIA fossero ancora tutte in ballo.
Al primo world motor sport council del 2024, che si terra con un incontro da remoto in videoconferenza, manca poco meno di una settimana (giovedì 28 Febbraio), ma sul fronte rally tutto tace. Addirittura ad Umea all’ultima gara del WRC non si è mossa foglia, nonostante in ballo ci sia il futuro della specialità, soprattutto sotto il profilo tecnico, visto che l’obbiettivo di attrarre nuovi costruttori è completamente fallito. Ma in ballo ci sono anche i format delle gare, ed una lunga lista di proposte su molti aspetti del WRC, un dossier messo assieme tra piloti, costruttori e promotore, alla fine dell’estate passata. Lo stesso che vagliato dal consiglio mondiale di ottobre la FIA ha ritenuto opportuno congelare. Il nuovo gruppo di lavoro presieduto da Robert Reid, ha poi ratificato alcune proposte, come la norma sui punteggi per dare una spruzzata di pepe alla tappa finale. Una decisione che ha dato l’impressione di essere stata presa per mandare un segnale di buona volontà e collaborazione, ma il coro di critiche, con in prima linea proprio chi la norma l’ha proposta,ha aumentato la tensioni tra le parti. Il gruppo di lavoro si era dato come scadenza, per mandare le sue proposte sul tavolo del consiglio mondiale di fine febbraio inizio marzo. Questo faceva presagire un grande fermento al service park di Umea, sulla falsariga di quanto era successo a Karlstad nel 2020 in una serie di tumultuosi con Todt, alla base delle dimissioni di Ciesla. Ed invece non è sfuggito neanche un sospiro a nessuno, favorendo l’impressione che tutto rischi di scivolare al consiglio di giugno, cercando di trovare nel frattempo un punto di caduta comune, o quasi, per i tre costruttori presenti. L’unica probabilità di vedere scendere qualche carta sul tavolo verde, almeno parlando delle auto del futuro, è quella di mettere sul tavolo i due anni di proroga per le Hybrid senza quel 15%, 25% di cambiamenti a cui lasciava spazio la traccia di stabilità regolamentare. Un contratto di stabilità tecnica, che troppo spesso si crede sia facile da cestinare, ma sempre senza fare i conti con le conseguenze. Differente il discorso su eventuali modifiche legate ai format, e regole sportive, di sicuro lo spirito annunciato dal gruppo di lavoro, di non volere stravolgere la tipicità della disciplina, non lascia molti spazi alle proposte avanzate nel dossier della commissione WRC.