Non può essere una rondine a fare primavera, ed i problemi del pianeta terra vanno visti nel loro complesso a cominciare dalle difficolta sempre più grandi degli organizzatori, ma per il Foligno sfiorare le settanta moderne e venti storiche è un meritato riconoscimento a chi continua a crederci, ed ha lavorato per creare nuove iniziative come il Trofeo MRF Tyre.
Dopo due edizioni targate Raceday Ronde Terra il rally Città di Foligno fa il suo ingresso nella massima serie tricolore terra, e nel CIRTS, il campionato su sterrato dedicato alle vetture storiche. Se da una parte il CIRT ha imboccato una strada a senso unico, dove le uniche gare rimaste fuori dalla serie tricolore sono il Brunello, ed il Prealpi Mastershow. La promozione è tra le più meritate per la bellezza delle speciali dell’Umbria, e da una gara che per il suo debutto ha lesinato sul chilometraggio passando dai quarantasei del formato Raceday agli attuali settantasei. Il formato ricalca il classico tre per tre, con una bouclé di venticinque chilometri e mezzo, da percorrere per tre volte con la speciale di Scopoli, dodici chilometri da mandare giù tutti di un fiato. Essere riuscito a sfiorare le settanta macchine (68 moderne) è un gran bel risultato, che fa segnare una sensibile inversione di tendenza rispetto alle ultime due stagioni. Un risultato che premia la perseveranza dell’organizzazione romagnola di Oriano Agostini, che continua ad insistere sul tasto terra ed ha lavorato l’intero inverno per creare il trofeo MRF Tyre, una formula atta a incentivare la partecipazione nel italiano terra. Buono anche il numero delle adesioni tra le vetture storiche, poco meno di una ventina, in linea con i numeri della passata stagione, una serie che fatica a decollare come meriterebbe, ma col tempo sia pure a piccoli passi ha consolidato, ed aumentato i suoi numeri. A fare la parte del leone come al solito sono le rally2 a trazione integrale che occupano un terzo dell’elenco iscritti, ma numericamente si avvicinano moltissimo le nuove tutto avanti Rally4 e R2, che occupano il secondo terzo delle vetture. Mentre il resto si divide a metà tra vetture comunque recenti e vetture più anzianotte che sono quelle a mancare all’appello.