Nonostante il WRC, al Montecarlo gli occhi dei più erano tutti puntati sull’esordio nel WRC2 della Toyota GR Yaris Rally2, ed oggi dopo un fine settimana a tutta Yaris con i successi al Tuuri (sul ghiaccio), ed a Foligno (sulla terra), ora gli sguardi sono tutti puntati sul Ciocco, la prima su asfalto puro dopo il Montecarlo. Un carico di pressione in più per il Giando.
Il debutto assoluto della GR Yaris Rally2 a Montecarlo, ha creato più di un punto interrogativo, non tanto per il risultato in se, quanto per la scelta di una formazione non così forte, soprattutto se questa viene messa a confronto con l’attese create. Una presenza espositiva in tutti service del WRC, oltre a numerose passerelle con Morizo, Kankkunen e Latvala. Considerato che l’imperativo per Pajari era macinare chilometri, l’unico all’altezza della situazione era Lefebvre, che però sulle strade del Monte non ha mai brillato particolarmente. Tranne nell’edizione 2015 vinta contro un Breen e Camilli autori di una partenza ad handicap. Nel WRC2 in Svezia è andata decisamente meglio, anche se l’esercito Toyota ha dovuto segnare il passo di fronte alla netta superiorità di Solberg, una mezza minutata alla fine della prima tappa, in una gara dove si vola a medie stellari, non lascia spazio a troppe interpretazioni. Nelle due gare nazionali Finlandesi on ice Arctic e Tuuri prima Heikkila e poi Korhonen sono andati a centro, ed anche sulla terra la partenza è stata altrettanto scoppiettante con Heikkila vincitore della prima CIRT a Foligno e Cachòn secondo nel super campionato iberico al Tierras Altas de Lorca. Una partenza super che ha ridato fiato alle aspettative, ed al mito della vettura vincente, ed inevitabilmente ora le luci della ribalta sono tutte puntate sul Ciocco e Giandomenico Basso. Lo spessore del pilota è indiscutibile, ma la concorrenza in Garfagnana, esattamente come al Monte sarà capitanata dalla Citroen C3 Rally2, con al volante un Crugnola che nulla ha da invidiare a Rossel o Gryazin. Con la sua esperienza quasi trentennale la pressione non è sicuramente l’elemento in grado di scalfire la solidità del Giando, di sicuro è quello che non avrebbe voluto avere al debutto con una Yaris da svezzare sull’asfalto, vettura per lui tutta da conoscere. Questa volta l’attenzione internazionale potrebbe essere uno stimolo in più, soprattutto su una Yaris che ha il suo punto di forza nella maneggevolezza. Una facilità al volante mostruosa grazie ad un telaio estremamente reattivo, anche nella correzione di eventuali sbavature. Un carico da novanta anche per la neonata squadra di Tobia Cavallini, che passa dalla gestione di un trofeo ad un programma che mira al top nella massima serie nazionale.