Il fine settimana del Ciocco ha messo alle corde le Paolo Andreucci e Andrea Mabellini alle prese con le coperture indiane MRF Tyre, che in quelle particolari condizioni con temperature da gomme soft e tratti di strada umidi pagano ancora qualcosa alla loro concorrenza. Ma a pesare sul ritardo è stata soprattutto la scelta sulle prime speciali del mattino.
Nei rally degli anni venti, con l’introduzione nel mondiale del monogomma, in tutte le gare quando si consultano le classifiche si tende da parte degli appassionati, non direttamente coinvolti nella gara a dimenticarsi dell’importanza dei pneumatici. Che per Ucci e il Mabe sarebbe stata una gara difficile era emerso sino dalle speciali del venerdì, distacchi contenuti ma indicativi. La botta che ha mandato entrambi alle corde è arrivata nelle speciali del sabato mattino, traditi dalle indicazioni delle condizioni delle strade dopo la pioggia notturna, una scelta maggiormente orientata sul bagnato ha fatto scivolare entrambi al limite della top ten. Le condizioni si stabilizzano nel secondo passaggio ma con le soft gli equipaggi gommati MRF faticano, ed anche se limitano i danni qualche secondo si va ancora a sommare al loro ritardo. Nell’ultimo passaggio sui venti chilometri della Careggine, la speciale che ha aperto la mattinata, la differenti condizioni permettono a Paolino di migliorare il suo tempo di una ventina abbondanti di secondi, ed addirittura una trentina per il Mabe. Questa sorta di radiografia della gara è un analisi necessaria per avere un idea a 360° di come si è sviluppata la gara delle vetture con i colori bianco rossi. Un gap che non ha sicuramente sorpreso lo staff tecnico capitanato da Fiorenzo Brivio. “Sull’asfalto in questi anni abbiamo fatto progressi importanti, le vittorie di Campedelli e Mabellini nel CIRA, ed il podio al Mille Miglia (gara CIAR) di Andrea, sono frutto del lavoro svolto. Per chiudere completamente il gap sappiamo che dobbiamo lavorare in particolare sulle condizioni di umido e temperature da gomma soft. In un teorico programma di sviluppo l’80% del lavoro si concentrerà proprio su queste condizioni, mentre il restante venti lo dedicheremo a migliorare ancora il prodotto più utilizzato, dove siamo già competitivi. Purtroppo le condizioni del Ciocco, diciamo di fine inverno o trado autunno, sono quelle più difficili e da mettere a fuoco perché quando organizzi un test non è solo questione di strade ma soprattutto di meteo. Le indicazioni emerse in gara ci saranno molto utili per migliorare i nostri pneumatici, che in Garfagnana non sono stati gli unici a soffrire.”