Lo Shake del mercoledì a Gap ha fisiologicamente un suo perché, anche se il lavoro da fare per dare un sapore di tradizione alla gara, è ancora tanto. Nel caso del Safari però più che restituire in parte il carattere della gara di un tempo lo shake il mercoledì mattina, la partenza da Nairobi e una super speciale nel primo pomeriggio del giovedì è una sorta di brodo allungato.
L’idea di gare accorciate, o meglio concentrate su tre giornate full, avanzata da case, piloti e promotore, e permettere ad alcuni eventi di grande tradizione di dare più respiro ai propri percorsi ci ha sempre lasciato molti dubbi. Se la parola accorciare fa storcere il naso a molti, noi compresi, l’impressione è che sull’altro versante si rischia di mandare in scena una farsa. Se al Monte che si è spostato a Gap, mandare in scena lo shake down il mercoledì pomeriggio ha un suo perché, visto che il giovedì tutti si devono trasferire nel Principato per la partenza pomeridiana, ma soprattutto la gara inizia con due speciali by night, caratteristiche e importanti come chilometraggio. Altra cosa è quello che sta mandando in scena il Safari (oramai da quattro anni), uno shake il mercoledì mattina, ed una partenza il giovedì nel primo pomeriggio da Nairobi, seguita da una sola speciale spettacolo di cinque chilometri. Il chilometraggio della gara oggi sfiora i trecento settanta, ma i chilometri aggiunti sono poca roba, in particolare quest’anno che qualcuno ha cominciato a mettere le mani avanti per portarsi avanti con il lavoro. Chi come il Sardegna ha scelto di tagliare una giornata, propone un centinaio di chilometri in meno rispetto alla gara Africana, ma in realtà rispetto all’edizione venti ventitré, sono stati tagliati cinquanta chilometri e rotti (la mezza giornata di speciali del venerdì mattina). Peccato che dall’altra parte siamo ad anni luce, non dagli improponibili Safari degli anni ottanta, ma da quelli a cavallo del nuovo millennio con una dozzina di speciali condensate in tre giorni di gara. Con tanto di percorso a margherita e qualche speciale mandata in replica, ma un totale di mille chilometri cronometrati. Se il futuro andrà a permettere un maggiore utilizzo dei remote e magari di sdoppiare il service per una giornata, non vorremmo si tratti solamente di allungare il brodo. Restituire tipicità ad eventi storici, non può limitarsi ad una trovata pubblicitaria senza sostanza (chilometri cronometrati), perché tutto crollerebbe come un castello di carte. Una replica dei long event proposti a inizio anni dieci da Todt sposati da pochi organizzatori, ed affossati dai costi ma soprattutto dalle pressioni delle case e dai pochi concorrenti.