Per il pilota britannico sulle piste Africane è stata una prima in WRC2 da incorniciare, una gara dominata con un piglio da leone, preso il comando sulla speciale spettacolo di Nairobi non lo ha più lasciato. Impressiona anche velocisticamente dove tiene testa a Oliver Solberg e molla otto minuti a Kajto terzo al traguardo, dopo avere vinto le ultime due edizioni.
Gus non è certo un novellino sulle piste del Safari, dove si è già misurato nel ventuno al volante della WRC Plus e nel ventidue sulla Puma Rally1, e nella sua prima aveva raccolto una onorevolissima quarta posizione. Ma sulla Fabia RS Rally2 non è mai stato così a suo agio, e sin dai primi metri di gara ha preso il comando, in una sorta di fotocopia di quello che stava facendo Rovanpera nella classe regina. Memore dell’edizione passata Solberg è partito su un passo simile a quello di Gus, ma senza nemmeno forzare per andarlo a prendere, semplicemente marcandolo, ha rimediato due forature, una dietro l’altra. Due stop per sostituire i pneumatici a terra lo sparano a poco meno di quattro minuti dalla vetta della classifica, così dopo appena quattro speciali Greensmith si ritrova al comando con due minuti abbondanti di vantaggio su Diego Dominguez, Ciamin e Kajto (rallentato dal filtro dell’aria intasato). Da quel momento Gus passa in modalità gestione, ma continua comunque a tenere alto il passo, ancora impossibile per il resto del gruppo tranne che per Oliver Solberg, che conclude la sua rimonta per la piazza d’onore il sabato mattina. Ma se nella frazione mattutina del sabato Gus lascia sulla strada qualche secondo di troppo sulle speciali lunghe, metrizzati i rischi di quelle prove nella replica si rimette in scia a Solberg. Una marcatura stretta per fare capire allo Svedese, che non è possibile andare a prenderlo. Il conto degli scratch tra i due resta in sostanziale pareggio, e solamente nella frazione della domenica Solberg riesce a ribaltare almeno la somma dei successi parziali a suo favore, per undici a otto. Ma se Gus gestisce con parsimonia i secondi del suo largo vantaggio, Solberg non esce mai dalle righe, conscio che una seconda piazza in un campionato come il WRC2 è oro colato. Soprattutto contro un avversario come Greensmith, che l’anno passato con due soli successi WRC2 ha tenuto Mikkelsen in ballo sino all’ultimo. Un Solberg attento anche nelle fasi iniziali dove non ha mai cercato l’impossibile, ma probabilmente a tradirlo è stato il suo stile di guida a maggiore rischio foratura anche quando alza leggermente il piede. Kajetanowicz si tiene stretta la terza piazza che gli vale il successo nel WRC2 Challenger davanti a Ciamin e Charles Munster, ma a fine gara paga ben otto minuti al leader della gara. Questa volta la pattuglia del Kenya si deve accontentare della WRC Masters Cup vinta da Carl Tundo, con la Fiesta R5.