Dopo avere eguagliato il record di cinque vittorie di Markku Alen, nel oramai lontano 2017 Ogier è tornato a sette anni di distanza a mettere il suo sesto sigillo sulla gara Lusitana, ed il titolo di Re oramai gli calza troppo stretto, decisamente più centrata la magnificenza del titolo di imperatore, soprattutto per come a tenuto a bada Tanak nelle ultime tre speciali.
Per l’otto volte campione del mondo riuscire a mettere il suo sesto sigillo nella gara di Porto è un regalo che inseguiva oramai da troppe stagioni, nel quale non ha mai smesso di credere nonostante quarant’anni suonati. Ma la maniera autoritaria con la quale l’ha cercato, ed è riuscito a conquistarlo con un sabato pomeriggio, a tutta, ed al tempo stesso calcolato, in maniera particolare nella gestione delle gomme. Ed è sui trentasette chilometri di Amarante che è andato all’incasso, assestando il colpo che gli è valso un ipoteca di pochi secondi, ma sufficiente a mandare alle corde un Ott Tanak che sulla terra sta trovando il giusto passo. Una dozzina di secondi possono non essere nulla contro un avversario come Tanak, in maniera particolare in una tappa finale di sessantadue chilometri, con due speciali di una ventina di km., una lunghezza dove andare forte è importante quanto la gestione del passo. Ma che soprattutto con i punti del super Sunday è una sorta di invito a nozze per il pilota Estone, che nella classifica iridata paga al compagno di squadra Neuville una trentina di punti (dopo quattro gare), con una bella serie di gare in vista dove Ott è assieme a Kalle l’uomo da battere. Seb tanto per non sbagliarsi sulla prima lunga, dove i banchi di nebbia la facevano da padroni è andato a scratch lasciandosi alle spalle le prime due guide del team Hyundai. Un colpo durissimo a cui Tanak ha reagito prontamente, ma l’unico obbiettivo realmente a portata per lui e Thierry è diventata la classifica di tappa. Seb dopo la stoccata iniziale dove ha dato un ulteriore strattone al suo vantaggio (portandolo a diciotto secondi su Tanak), ha iniziato ad amministrare il suo vantaggio, limitandosi a tenere un passo appena inferiore a quello dei suoi avversari. Abbastanza per andare a tagliare il traguardo evitando i rischi più grandi, dalla visibilità a tratti ridotta per la nebbia, al rischio forature del secondo passaggio, quando le pietre portate in strada erano davvero tante. Un successo di consistenza e strategia, ma quando serviva è andato a cercarlo come nella replica del venerdì, quando è partito con una sola scorta scommettendo sul peso inferiore. Tanak secondo, finalmente è riuscito a esprimersi non al meglio ma quasi, Neuville nonostante un venerdì a spazzare la strada conquista il gradino basso del podio, un risultato che in ottica campionato vale oro, soprattutto perché riesce a togliersi il fiato sul collo di Evans, che tra forature e disgrazie varie raccoglie pochissimi punti.