IN SCANDINAVIA IL PIATTO PIANGE

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La gara di Karlstad in versione estiva fatica a dare respiro ad un elenco iscritti che nella serie continentale dovrebbe puntare su e qualità ma anche sulla quantità, visto che il ritorno mediatico dell’ERC non è paragonabile a quello del WRC, eppure 41 iscritti sono meno dello Sweden on ice di Umea e anche di una Polonia WRC molto striminzita.

La serie continentale al suo terzo appuntamento fatica a superare quota quaranta, una ventina di rally2, con una buona decina di queste aspiranti alla top five. Il resto è un manipolo di rally3, e una quindicina di tutto avanti aspiranti alla corona ERC Junior con più di un nome interessante. Lo spostamento dell’asse del campionato con cinque gare su asfalto, più che favorire la partecipazione al campionato sembra avere diviso in maniera drastica il plotone degli aspiranti, tra specialisti asfalto e terraioli. Con questi ultimi che vuoi per qualche scivolone, vedi Heikkila in Ungheria oppure un Tempestini a budget limitato ha dovuto rinunciare alle Canarie. La dimostrazione di un periodo dove è complicato mettere assieme una stagione completa, ma anche la totale mancanza di appeal della serie continentale ad incentivare la partecipazione nazionale. Quella vetrina che negli anni settanta, ottanta era rappresentata perfettamente dal mondiale, per qualcuno la sfida era raggiungere il traguardo per molti altri era mettersi in mostra e confrontarsi direttamente con i top del mondiale. Oramai da parecchi anni questo non è più possibile, alla fine della prima decade del nuovo millennio quando quasi tutti i campionati nazionali sono diventati terreno di caccia delle S2000 e delle loro eredi naturali le R5 ora ribattezzate rally2. Una svolta che avrebbe dovuto riversare l’interesse di chi si vuole mettere in mostra al livello internazionale sull’ERC, serie dove non sono ammesse le WRC e i suoi sviluppi (plus e rally1 HY). Un operazione non semplice visto che l’ERC, come le altre serie continentali a cavallo del nuovo millennio era completamente fuori dei radar, ma con l’avvento di Eurosport Event le cose anno dopo anno sono cambiate, ed è aumentata sia la qualità che i numeri, con una serie di eventi support come l’ERC1 Junior che hanno riscosso un grandissimo successo. Ma con l’avvento della WRC Promoter il gettone delle gare è raddoppiato, ed ha cambiato la geografia del campionato, l’operazione di trasformare l’ERC nella panchina del mondiale, con parecchie forzature si può dire abbia funzionato. Ma sotto il profilo dei partecipanti e della promozione è stata adottata una strategia molto simile a quella del WRC, senza tenere conto che non ci sono case costruttrici coinvolte direttamente oppure indirettamente. Tanto Streaming ma zero televisione, che nel mondiale non abbonda ma c’è e pesa non poco.

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