Oramai da qualche mese la WRC Promoter sta predicando il ritorno dei pubblico, e dell’allargamento del bacino dei fans, ma le politiche attuali continuano a presentare gli stessi problemi che in questi venti, trent’anni hanno allontanato gli appassionati puristi, e non sono più in grado di fare breccia nel territorio.
Il pubblico a più riprese in questi ultimi anni, almeno a nelle dichiarazioni, sembra essere diventata una delle priorità del Promotore, e dalle dichiarazioni del management di Monaco di Baviera, molti dei cambiamenti che sono sul tavolo delle discussioni vertono proprio sulla presenza del pubblico a bordo speciale. Un elemento essenziale per guadagnarsi lo status di grande evento, oltre a rappresentare una schiera di potenziali clienti per acquistare il servizio live streaming, del quale non è possibile avere i numeri. Ma le scene del Portogallo WRC sono difficilmente replicabili e spesso sono legate a particolari situazioni geografiche e di radicamento dei rally sul territorio. Ogni gara è un qualcosa a se stante, situazioni che andrebbero passate ai raggi X e valutate singolarmente con particolare attenzione. Cosa che purtroppo continuiamo a non vedere, dal lancio a fine secolo dello spettatore virtuale, ad oggi il promotore quando si parla di pubblico, da una sua visione prettamente di parte di cosa entusiasma gli spettatori. L’esempio lampante sono delle dichiarazioni post Sardegna, dove uomini del promoter hanno parlato di un condensato di spettacolo che appassiona il pubblico. Una gara tirata, ricca di colpi di scena appassiona sempre i presenti, ma non si può dire lo stesso di un formato più corto, anche se il layout delle speciale consentiva di vedere la metà delle speciali, il gradimento generale era per il formato normale. Oppure ancora più spesso quando si parla di televisione, si cerca di tradurre le ricette della formula 1 nel mondo dei rally, senza tenere conto di specificità completamente differenti. Con la FIA concentrata a dipanare la matassa dei regolamenti tecnici, il timore che il promotore vada a ritoccare regole sportive, oppure i format, nel nome di televisione e teoricamente del pubblico, spaventa non poco.