Anche se l’esordio sulla Puma rally1 di Sesks supportato dal Promoter, ha un chiaro legame di interessi con la sua gara di casa, dall’altra quello di Pajari era più o meno già nei piani di crescita previsti da Toyota. Ma in troppi sembrano essersi dimenticati di Oliver Solberg, che in queste due stagioni in rally2 sta dimostrando velocità, una buona solidità, ed è cresciuto moltissimo.
Il WRC venti ventiquattro sta mettendo in evidenza una serie che sotto il profilo dei piloti sta decisamente invecchiando, e con i discorsi legati ai part-time, ed alle terze vetture in condivisione con più piloti, la situazione sta peggiorando. L’ingresso in Toyota nel 2020 di un giovanissimo come Rovanpera (appena ventenne) ha fatto dimenticare di line-up decisamente vecchiotte. Tra la generazione di Ogier dei quarantenni, è quella che va dai trentacinque ai quaranta con Neuville, Evans, Tanak e Mikkelsen, sotto i trentacinque ci sino solo Lappi, Fourmaux e Katsuta, ma con il giapponesino obbligato in un ruolo di seconda guida che non è il suo. Nell’elenco non abbiamo incluso Munster, in questo momento troppo lontano anche dall’idea di vestire un ruolo di terza vettura. Se l’operazione Sesks sembra molto legata all’ingresso della Lettonia, mentre su quella di Pajari c’è un evidente interesse della squadra a coltivare un atro talento, fa specie che dai radar delle squadre sembra sia scomparso Oliver Solberg. Il ragazzino compirà ventitré anni a settembre, ed ha comunque una mezza stagione di esperienza sulla WRC Plus, ed una quasi intera al volante della attuale i20 N Hybrid. In queste due stagioni al volante della Rally2, sta dimostrando una maggiore consistenza ed è cresciuto molto nella gestione del suo passo. Due aspetti che nelle sue mezze stagioni in Hyundai, sono stati il suo tallone di Achille, anche se è opportuno sottolineare che in quelle due stagioni ha dovuto misurarsi con un anno di vuoto totale sul ponte di comando. Adamo l’anno prima lo aveva promosso al volante della Plus, ma alternandosi dalla rally2 alla WRC ha faticato molto più del previsto, e poi è arrivato un cambio di navigatore forzato che lo ha ulteriormente destabilizzato. In questo momento svecchiare le line-up con forze nuove in grado di entrare nella mischia inizialmente anche nel ruolo di seconda guida, è una necessità. Ma è fondamentale riuscire a farlo con una certa logica, con delle valutazioni che tengano conto di esperienze, risultati e prestazioni. Portare a casa i titoli WRC2, ERC, ed altre serie internazionali importanti non forzatamente significa avere nelle corde il cambio di passo che richiede il mondiale.