In marzo Akio Toyoda ha annunciato una rivoluzione sui motori endotermici, la risposta a chi immagina un futuro a senso unico in elettrico, un primo pensiero visto gli sforzi di questi ultimi anni è andato sull’idrogeno e varianti, ma questa rivoluzione potrebbe puntare al nuovo motore ad ammoniaca.
La Toyota in questi anni ha attirato l’interesse mediatico generale con le sue ricerche e progetti sui veicoli a emissione zero, ma se l’impegno sull’idrogeno rimane centrale è arrivato l’annuncio di essere in prima linea sullo sviluppo di un motore ad ammoniaca. Un innovazione presentata a metà dell’anno passato dal gruppo cinese GAC (Guangzhou Automobile Group), ed in questi mesi si è cementato un sodalizio tecnologico con Toyota che ha contribuito alla realizzazione di un prototipo alimentato ad ammoniaca liquida. In pratica si tratta di una variante con alcune modifiche dei motori a combustione interna che ben conosciamo, alimentato principalmente a base di ammoniaca. Chimicamente si tratta di una molecola costituita da un atomo di azoto e tre atomi di idrogeno. Molecola priva di carbonio, che se utilizzata in un motore a combustione interna tra le emissioni non propone anidride carbonica, uno dei principali gas causa dell’effetto serra. Questa tecnologia di un motore alimentato ad ammoniaca potrebbe segnare un importante passo in avanti verso la decarbonizzazione. Un ulteriore opportunità da affiancare ai due filoni portati avanti parallelamente dal gruppo Nipponico con i veicoli elettrici a batteria e l’impegno verso i motori a idrogeno. Il nuovo filone ammoniaca raalppresenta un opzione molto interessante soprattutto per l’alta densità energetica di questo carburante. La fabbricazione dell’ammoniaca da trazione si basa su azoto e idrogeno elementi ampiamente disponibili, ed è quindi vantaggiosa economicamente e per la sostenibilità. Il propulsore sperimentale alimentato ad ammoniaca, è un quattro cilindri due litri, e sviluppa una potenza di 161 cavalli, e dopo i riscontri nella prima fase di sperimentazione riduce emissioni di carbonio, del 90%. Si tratta di una sfida con una tecnologia ai primi passi, dove è necessario ancora lavorare sul controllo della combustione, ma a differenza dell’idrogeno il problema stoccaggio sull’ammoniaca liquida non propone particolari problemi di sicurezza. Il lavoro è ancora tanto ma si tratta di un innovazione potenzialmente rivoluzionaria in grado di dare una svolta al mercato dell’automobile, che oggi non ha ancora messo sul piatto un vero antagonista all’elettrificazione totale.