UN ERC SEMPRE PIU’ TRICOLORE

0

Il campionato Europeo rally in questi ultimi anni ha visto aumentare la presenza dei piloti di casa Italia, particolarmente nelle serie support, in questa stagione però l’Italia è stata grande protagonista a livello assoluto e con il successo in Silesia di Mabellini i piloti dai natali italiani sono andati a mettere il loro sigillo in tre delle otto gare a calendario.

Appena un pilota di spessore internazionale, vedi un Gryazin a caso, si presenta nel campionato Italiano e riesce ad imporsi, dai social è un immancabile levata di scudi, senza nemmeno pesare l’andamento della gara, oppure dei piloti, il plotone dei forconi parte all’attacco del sistema Italia, gare troppo corte, piloti fighetti e via con i luoghi comuni, ad iniziare dalla federazione. Ma nel corso del venti ventiquattro l’ERC, anche se a battersi per il successo del campionato sono stati Paddon e Franceschi, gli Italiani sono stati, sia pure a spot, protagonisti assoluti, inanellando ben tre successi scratch. Tre vittorie su otto appuntamenti è tanta roba. L’Ungheria è stata la prima dove a fare saltare il banco su un fondo completamente sterrato, è stato Tempestini, la bandiera battuta da Simone è quella Rumena, ma i natali sono trevigiani, e considerare una parte di quel successo italiano non è certo un peccato. Al Roma Capitale è stato Andrea Crugnola ad inanellare il suo secondo successo ERC consecutivo nella gara laziale. Una gara dove i pretendenti all’Europeo hanno dovuto issare bandiera bianca anche nei confronti di un Campedelli che si è tenuto dietro un bel euro drappello con Llarena, Tempestini, Franceschi e Paddon. Anche se qualcuno potrebbe obbiettare che si tratta di un successo entro i confini nazionali, oggi Crugnola, in particolare sull’asfalto, ha dimostrato di avere passo e costanza per lottare anche fuori dell’Italia ai vertici del WRC2 e quindi dell’ERC. Un bel bottino, al quale mancava la ciliegina sulla torta, ed a mettercela ci ha pensato Andrea Mabellini, prima con il secondo gradino del podio in Galles. Un risultato non così importante in se stesso quanto nella consapevolezza che ha dato al Mabe, che ha capitalizzato sulle speciali della Silesia. Dopo essere rimasto nella prima parte della gara sempre sugli scarichi di Paddon, appena le condizioni si sono ulteriormente complicate ha saltato il Kiwi, inducendolo in errore, per terminare la sua gara in controllo. Un successo cercato e meritato da un ragazzo appena venticinquenne, che si impone per la prima volta in un appuntamento di una importante serie internazionale. Il frutto di un percorso di crescita interamente internazionale, e non di una o più partecipazioni e spot. Una dimostrazione che il panorama nostrano sta crescendo dei ragazzi giovani di grande talento, ed altri maturi agonisticamente capaci di battersi ad altissimi livelli.

Share.