Alla kermesse pugliese che si è svolta sul circuito a tutta terra nei pressi della masseria Camarda, l’agriturismo gestito dalla famiglia Fiorio quest’anno a sfidare Andrea Crugnola è stato chiamato il due volte campione del mondo Kalle Rovanpera, che ha assolto il suo compito ma il Varesino ha vinto uno dei quattro round dimostrando uno spessore da WRC.
Approfittando della stagione a mezzo servizio di Kalle Rovanpera, alla Fiorio Cup sono riusciti a garantirsi per la loro kermesse la presenza del giovanissimo bi campione del mondo rally. Pur trattandosi di una kermesse era evidente la candidatura al ruolo di asso piglia tutto del Finlandese, ma dall’altra c’era il campione italiano Andrea Crugnola che su questo circuito si è imposto nelle tre precedenti edizioni. Fare da sparring partner è un ruolo che al varesino calza stretto, ed anche se l’ultima volta che ha messo le ruote sullo sterrato era il misto asfalto, fango e terra del Monza venti ventitré Andrea nel primo round ha concesso al suo avversario appena sette decimi su quattro chilometri, e nella terza speciale ha fatto suo lo scratch mollando al finnico un secondo e cinque decimi. A quel punto a separare i due ci sarebbe stato appena un secondo ed una manciata di decimi, ma sulla classifica di Crugnola gravavano dieci secondi di penalità, e con un ritardo oramai impossibile da recuperare sull’ultima speciale è andato forte ma non con la stessa determinazione di prima. Pur trattandosi di una kermesse i due hanno fatto scintille, esaltando la lotta per il primato entrambi sulla Toyota GR Yaris rally2 arrivata da pochi giorni sotto le tende della Delta Rally. Nessuno si giocava niente, tantomeno si può dare un valore reale a quanto è andato in scena, ma ancora una volta Crugnola ha dimostrato perché è l’indiscusso numero uno del nostro movimento rallystico. Lo aveva già fatto vincendo la classe riservata alle rally2 nel Monza venti ventuno conquistando il successo WRC3, davanti a quelli del WRC2, e sbaragliando negli ultimi due anni la concorrenza nell’ ERC al Roma Capitale. Nella gara capitolina è però giusto sottolineare che i successi sarebbero tre consecutivi senza il problema tecnico che lo ha rallentato nel 2022. Un asfaltista di razza, che sulla terra nonostante la scarsa esperienza è in grado di difendersi alla grande dai migliori specialisti. Con i suoi trentacinque anni è nel momento clou della sua carriera, ed è inutile recriminare sul passato, oppure invocare vetture per il WRC dove serve almeno una, se non due, stagioni di esperienza per essere al top, o nell’ERC dove potrebbe puntare a un successo che però non ha valore economico e non apre nessuna porta. La cosa più corretta è goderci il vituperato CIRT che con tutti i suoi limiti ha comunque forgiato un pilota di valore, e poterlo vedere in azione è sempre tanta roba, ed è un bel termine di paragone per i nostri giovani.