Il rally maratona dedicato alle vetture storiche targato New Zeland, ha mandato in scena la sua nona edizione con partenza da Christchurch ed arrivo a Wanaka, novecento chilometri di prove speciali sui magnifici sterrati nell’isola più a sud della Nuova Zelanda dove si è imposto per la seconda volta il britannico James Ford al volante di una Ford Escort RS 1800 MKII.
I rally maratona dedicati al pianeta delle vetture storiche continuano a raccogliere sempre maggiori consensi, e la formula biennale è tra quelle più gettonate. A colpire l’immaginario con i rally old style in questo finale di stagione è stato il Silver Fern Rally andato in scena agli antipodi, un’altra gara ad appuntamento biennale, che ha scelto gli anni pari intervallandosi così ai celebri Roger Albert Clark rally, ed all’East African Safari Classic Rally. La gara Neo Zelandese si è presentata come dalle prime edizioni come una vera maratona, con cinquantadue prove speciali e poco meno di mille chilometri cronometrati, con speciali lunghe ma nonostante l’importante chilometraggio complessivo consone ai rally tradizionali dove tre superavano i trenta chilometri e solamente una i cinquanta. Al via, nonostante l’impegno richiesto dalla gara, ed il fatto che corresse agli antipodi si sono presentati una sessantina di equipaggi, dove a farla da padrone occupando un terzo abbondante dell’elenco iscritti, come in tutti i paesi anglofoni, erano le Ford Escort RS. Con una bella metà dell’elenco che non batteva bandiera neo Zelandese, e la metà di questi proveniva dal Regno Unito, a cominciare dal vincitore Ford James che al volante della sua Ford Escort RS 1800 MKII è andato a replicare il successo ottenuto nel venti ventidue proprio su queste speciali. Il suo è stato un dominio netto e schiacciante, ma con un brivido freddo per non dire ghiacciato a metà gara, quando stava conducendo la gara con quasi tre minuti di vantaggio sulla Mazda RX-7 di Marcus Van Klink è finito fuoristrada. Un uscita di strada che gli costa una manciata di minuti e la leadership provvisoria passa al pilota di casa, che per qualche speciale tiene botta ma verso la fine di quella tappa la sua Mazda comincia a fare segni di cedimento e dopo qualche speciale è costretta ad issare bandiera bianca. James Ford si ritrova così al timone della gara seguito da un terzetto di Escort RS 1800 MKII capitanato dal neo zelandese Robbie Stokes, che però paga già a Ford la bellezza di sette minuti, mentre sale a nove il ritardo di Robert Grough e Roger Chilman. Un quartetto che nelle restanti tre tappe ha consolidato le rispettive posizioni e si è presentato in quel preciso ordine sulla pedana di arrivo a Wanaka. Ford nelle due tappe finali comincia ad amministrare il suo vantaggio e concede qualche minuto ai suoi avversari, ma a testimoniare il suo dominio restano ben ventitré tempi scratch l’ultimo dei quali ottenuto sulla speciale numero quarantadue, a dieci prove dall’arrivo.