Si è conclusa sabato sera nello stadio olimpico di Londra l’edizione 2015 della corsa dei campioni. La kermesse ideata da Michéle Mutton negli anni ha abbandonato il suo stampo rallystico per diventare uno show vuoto di contenuti, che nemmeno la vittoria di Vettel nobilita.
Quale miglior titolo di c’era una volta, nata come una passerella di fine stagione, la si volesse chiamare kermesse, show oppure gara la corsa dei campioni una sua valenza sportiva l’aveva eccome. Come l’aveva il Memorial Bettega. Ma gli anni passano e curiosamente questa tipologia di manifestazioni, nell’era dello spettacolo ad ogni costo, al posto di ritagliarsi una loro nicchia sono affondate. Questa è stata l’ennesima edizione sulla falsariga degli ultimi anni con i pistard a farla da padroni. Unico rallysta se così si può dire, visto che ora si è convertito al rallycross Petter Solberg, davvero troppo poco, per chi aveva creato forse la più bella kermesse di fine stagione legata ai rally. Con un prima edizione quella di Montlery (1986) rimasta per chi ha avuto la fortuna di viverla live qualcosa di indimenticabile. Per i piloti ma sopratutto per le vetture a disposizione, macchine vere non quelle di oggi, tecnologia ibrida a cavallo tra un kart e una vettura, oppure ingombranti vetture da circuito nascar ecc.. in palese difficoltà sul tortuoso circuito da stadio. Per la cronaca ad alzare la coppa al cielo è stato sua maestà Vettel, ma questo non è cero bastato per dare smalto ad una Kermesse sempre più vuota di interesse.