Grigia come il panorama del varmland sotto la pioggia. La piccola pattuglia del rallysmo italiano colleziona in Svezia una magra figura, con due ritirati senza gloria ed un classificato che ha corso con il freno a mano tirato.
Il primo dei nostri piloti che ha deciso di alimentare la lista dei ritiri, ha scelto di andarsene sbattendo la porta. Un gesto così clamoroso che non se lo è filato nessuno. Lorenzo Bertelli, plurimilionario con il vizio dei rally, ha probabilmente avuto un fremito genetico riportando in auge le battaglie di mamma Miuccia, già militante del Pci. Venerdì mattina, i big del Mondiale hanno indetto una riunione segreta per boicottare la prima prova speciale della giornata. Erano tutti d’accordo, tranne Paddon che non voleva rischiare di compromettere la sua carriera in rapida crescita. Ad animare il gruppo dei professionisti del volante, il disagio per non avere voce in capitolo nelle decisioni che contano. Non essere interpellati quando c’è da fare valutazioni sulla sicurezza, come quella se correre o meno un rally di Svezia messo in ginocchio dalla mancanza di neve. Il risultato è stato dunque che, non avendo raggiunto un accordo, tutti hanno proseguito a correre come se nulla fosse. Tutti tranne il nostro Lorenzo Bertelli. La prima tappa l’ha passata a non farsi notare con i tempi, visto che il suo crono migliore è stato un decimo tempo ed è entrato alla fine nella top ten solo grazie ai disastri altrui. Poi da venerdì sera ha deciso di lasciare spenta la sua Fiesta RS WRC con la vernice a specchio, diffondendo a cinguettii un comunicato che avrebbe dovuto chiarire i motivi del ritiro. Una spiegazione che non spiegava, in cui si capivano solo due cose: che gli organizzatori hanno fatto tutto il possibile per garantire la sicurezza (un po’ paradossale…) e che i piloti non hanno un sindacato. Pazienza, nessuno ha visto volare ciocche di capelli di appassionati in… prada alla disperazione.
In Svezia è iniziata anche la stagione nel WRC2 di Max Rendina. Abbandonata l’affezionata “Mitsu” con cui ha vinto la Coppa Produzione due stagioni fa, il rallysta romano in quanto a percorrenza di prove speciali ha disputato forse poco più dell’equivalente di una ronde. Con la sua Festa R5, venerdì ha completato una sola speciale, andando in rally2 in quella successiva. Sabato è ripartito, ha completato ancora la prima prova di giornata, sbattendo malamente contro un albero in quella successiva. Anche se, come si è affrettato a condividere via social, da un filmato si nota l’anteriore sinistra girare fuori asse nella curva che precede lo schianto. Fine dei giochi anche per lui. Fino al traguardo è sopravvissuto solo Simone Tempestini, anche lui della partita in WRC2 con una Fiesta R5 Evo. Il giovane italiano con base in Romania ha corso con il freno a mano tirato per tutto il rally, sempre lontano dai migliori, non ha mai fatto vedere un guizzo, un lampo, un tempo degno della sua classe. Il suo difetto se vogliamo è un po’ sempre stato quello di non essere costante ad alto livello, con un’alternanza di temponi ad altre prestazioni meno interessanti se non a svarioni o incidenti. Qui la sua uniformità di prestazione l’ha trovata, ma troppo allineata verso il basso. E’ sembrato quasi che la sua apparizione fosse stata poco più che una ricognizione in velocità. Comprensibile la volontà di fare chilometri ma da un ragazzo di belle speranze come lui è lecito attendersi qualcosa di più.