Al Liburna terra si è celebrato il matrimonio tra Raceday e TRT, un successo con 123 vetture al via ma numerosi punti di frizione che se non si andrà a limare rapidamente si rischia di fare affondare rapidamente quanto di buono può nascere da quest’unione.
Il primo dato a saltare all’occhio è il pienone di iscritti, un successo per il TRT ma anche per il Raceday che nelle ultime gare non è più riuscito a confermare i numeri delle edizioni passate. In realtà si tratta di numeri soggetti a riconferma, con l’inevitabile calo di iscritti per il TRT nelle gare lunghe, ed un Raceday che nelle prove Ronde potrà contare si su qualche iscritto in più ma visto che uno inizia quando l’altro finisce non è detto che il beneficio si così importante. I primi atriti sono arrivati già dalle verifiche, il pienone di iscritti ed un referendum che ha spinto in avanti tutto ha obbligato molti a verificare giovedì a notte inoltrata. In particolare ha fatto storcere il naso ai piloti targati Raceday abituati ad un clima più conviviale e meno frenetico. Ma a fare inalberare molti è stata la limitazione dei pneumatici, limitati a 6. Anche troppi per gli appena sessanta chilometri di speciale, pochi per tre mini boucle con due parchi assistenza, pochi non per l’usura ma per le forature. Chi come Cobbe ha forato due gomme si è visto costretto a dovere partire per il terzo passaggio senza scorta, e visto il ritardo accumulato ha preferito non ripartire. Un assurdo come il caso di Trentin primo sulla strada che in gara flash e con tanti contendenti, molto difficilmente avrebbe potuto andare a vincere. Ma sopratutto ad una prova dal termine si è venuta a creare una situazione con i primi tre assoluti, che non erano iscritti a nessuno dei due campionati.