Prima del via di questa mattina in pochi avrebbero scommesso sul ritorno di Ogier, ed invece il rally di Argentina si gioca ancora una volta sulla Giulio Cesare dove il campionissimo Francese si porta ad un niente da Paddon, ma il Neo Zelandese da tutto e di più nella power stage e firma un successo strepitoso.
Una gara che si gioca sull’ultima speciale, assieme ai tre punti della power stage è una cosa quasi impossibile da vedere, figuriamoci in un rally duro e dai distacchi pesanti come la gara Argentina. Eppure è successo, l’impossibile ha preso forma in soli cinquanta chilometri. La storia inizia sul primo passaggio ad El Condor, Ogier tiene alto il ritmo, in un tornante Paddon pasticcia e manda in stallo il motore e perde sette secondi. Nulla di compromettente ma abbastanza per innervosire il Neo Zelandese che per un attimo ha sentito la gara sfuggirgli di mano. Le condizioni non certo ideali per affrontare l’arrampicata da Mina Clavero a Giulio Cesare ventidue chilometri ad aderenza zero, da fare volando sopra a delle pietraie da Rally Raid. Ogier fiuta il momento e mette alla frusta la sua Polo stampando un scratch pesante, mentre Paddon non riesce a trovare il ritmo tra la paura di compromettere la sua meccanica e la velocità da tenere, così paga quasi venti secondi al suo rivale e si ritrova al via dell’ultima speciale con Ogier a soli 2″.6. Ma a quel punto il Neo Zelandese dimostra un carattere da gladiatore, nella discesa che dal El Condor porta a Copina scende come se da quella prova dovesse dipendere la sua vita. E va a suggellare un successo epico rifilando in soli sedici chilometri 10″ a tutti i suoi avversari. L’ultimo gradino del podio va alla Polo di Mikkelsen che nel finale riesce a rintuzzare gli attacchi di Dani Sordo.